Crisi Nadal, la terra ha perso il suo padrone. Rafa cerca risposte a Madrid

Crisi Nadal, la terra ha perso il suo padrone. Rafa cerca risposte a Madrid
di Angelo Mancuso
Mercoledì 6 Maggio 2015, 13:50 - Ultimo agg. 13:53
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Il peggior Nadal degli ultimi 9 anni. Dal trionfo al Roland Garros 2014 Rafa ha vinto uno solo degli 11 tornei disputati: lo scorso febbraio a Buenos Aires. Nel 2015 ha già collezionato 7 sconfitte in 26 match ed è fuori dalle prime 3 posizioni del ranking. Gli ultimi ko sono arrivati sull'amata terra e in tornei che in passato aveva dominato ben 8 volte: Monte Carlo e Barcellona. Mentre Federer è tornato a vincere sul rosso a Istanbul, Murray ha colto a Monaco il suo primo titolo sulla terra e Djokovic si riposa per sferrare l'attacco a Roma e Parigi, il maiorchino, che oggi esordisce a Madrid da campione in carica affrontando Steve Johnson, è un punto interrogativo. «Negli ultimi mesi l'ho seguito spesso - sottolinea Corrado Barazzutti, capitano azzurro di Davis e Fed Cup - sta giocando male. Il diritto non funziona: è corto, non costringe gli avversari all'errore mettendoli sotto pressione come un tempo. Rafa non ha mai collezionato molti vincenti e il servizio non lo aiuta. E ha smarrito la convinzione».



NERVI CHE TRADISCONO

Lo stesso maiorchino dopo Miami aveva parlato di ansia in campo che lo condiziona. Interessanti le parole di W.Timothy Gallwey, ex capitano della squadra di tennis dell'Università di Harward e autore del best seller “Il gioco interiore del tennis”. «Nadal non è felice - ha detto - non sorride più, è cupo perché sente troppo la pressione». C'è chi sussurra di problemi personali, ma non c'è spazio per i gossip: la storica fidanzata Xisca Perello era in tribuna a Monte Carlo e Barcellona. «Quest'anno ho giocato poche partite - ammette Rafa - ho bisogno di ritrovare fiducia, avverto tensione nei momenti decisivi. Non sono il favorito nei tornei sulla terra come negli anni passati». Eppure è il suo regno da quasi un decennio: dei 65 titoli conquistati 46 sono arrivati su questa superficie (a meno 3 dal record di Vilas). Vanta una percentuale mostruosa: ha vinto il 92% delle sfide. Schiena, polso, appendicite e le martoriate ginocchia: il suo 2014 dopo Parigi è stato un calvario. Gli era già capitato di fermarsi a lungo: colpa di un tennis muscolare, usurante per un atleta che compirà 29 anni il prossimo 3 giugno e gioca al top senza risparmiarsi da quando ne aveva 17. «Il suo tennis è molto legato all'aspetto atletico - aggiunge Barazzutti - Rafa fa più fatica di Federer e anche se ha 5 anni in meno dello svizzero è più logoro».



SPAGNA, ITALIA E FRANCIA

Qualcuno gli ha consigliato di voltare pagina e cambiare coach rinunciando allo zio Toni, che lo segue da sempre, per trovare nuovi stimoli. Un'ipotesi che il mancino spagnolo neppure prende in considerazione. Ha invece provato a cambiare racchetta, salvo poi ripensarci: la sensazione è che con il passare degli anni abbia meno forza e necessiti di maggior spinta a costo di perdere in termini di controllo. Lo stesso zio Toni ha ammesso che qualcosa è cambiato nel nipote: «Quella che è sempre stata la sua forza negli ultimi tornei è venuta a mancare. In passato ha avuto la straordinaria capacità mentale di superare infortuni e difficoltà. Stiamo lavorando per recuperarla, si tratta solo di un problema temporaneo. Deve vincere un paio di match importanti e per farlo l'unico modo è lavorare». Madrid, Roma (dove insegue l'ottavo trionfo) e Roland Garros: è in questi tornei che Rafa può firmare la sua riscossa. Vincendo per la decima volta a Parigi firmerebbe un'impresa da guinnes dei primati. «Sarebbe una gioia grandissima - sottolinea Toni - perché conquisterebbe il titolo n.15 negli Slam superando Sampras». E vorrebbe dire che Rafa ha ritrovato se stesso.