Dieci anni fa Napoli vinceva la Coppa Italia, l'ex patron Maione: anni stupendi, il crac non fu colpa mia

Dieci anni fa Napoli vinceva la Coppa Italia, l'ex patron Maione: anni stupendi, il crac non fu colpa mia
di Stefano Prestisimone
Venerdì 19 Febbraio 2016, 07:19
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Dieci anni di amarezze, crac finanziari, chiusure anticipate, lodi, fallimenti, stipendi non pagati. L’ultimo alloro vinto dal basket napoletano risale al 19 febbraio 2006, esattamente due lustri fa, quando la Carpisa vinceva la Coppa Italia nell’indimenticabile notte di Forlì battendo la Lottomatica Roma per 85-83. Poi solo disastri. «Da allora non sono più tornato al palasport, da quando siamo stati costretti a fermarci per aver anticipato al Comune 2 milioni e 600mila euro di lavori per il Palabarbuto, mai più restituiti. Cosa che ci portò purtroppo al fallimento. Se le cose fossero andate diversamente, forse oggi avremmo una squadra con lo scudetto sulla maglia anche nella pallacanestro». Mario Maione, lo storico presidente, guarda al suo vecchio impianto, quello delle gloriose gesta del Basket Napoli, con nostalgia e un pizzico di rabbia. «Mi dispiace anche che spesso gli ultimi disastri del basket partenopeo vengano accomunati e non credo sia affatto giusto. La mia gestione ha portato il basket ai più alti livelli della storia della nostra città. Sono stati 7 anni stupendi, meravigliosi. Poi, come detto, il crac, che è dipeso dalla mia generosità e per aver creduto nelle istituzioni. Non avrei mai dovuto lanciarmi in quei lavori dispendiosi, avevo un credito spropositato che non mi è mai stato restituito. Non vedo nessi con i problemi delle stagioni successive. E poi sportivamente è come paragonare una 500 con una Ferrari».
La Coppa però nessuno può cancellarla. «Fu una notte pazzesca, battemmo Roma al supplementare, una delle più belle partite della storia recente – continua Maione -, ma io ci credevo già alla vigilia. Entrai nello spogliatoio dopo aver battuto Milano e dissi alla squadra: “Sono sicuro che ce la faremo”. Squadra e coach furono meravigliosi, tutti, dal primo all’ultimo. E sono davvero felice che Piero Bucchi di recente mi abbia definito il miglior presidente che lui abbia mai avuto. Un complimento che conserverò per sempre. Certo quell’anno avremmo potuto vincere anche il campionato, se Lynn Greer, giocatore che ho amato come nessun altro, non avesse commesso quell’errore nel finali dei tempi regolamentari in semifinale a Bologna. Avevamo la palla della vittoria, lui calcolò male il tempo e finimmo  ai supplementari. Cosa che costò forse la finale. Se fossimo andati in finale credo che nessuno ci avrebbe fermati. E saremmo entrati nella storia. Oggi il basket a Napoli? Lo seguo attraverso Il Mattino e basta. Ma qui se non costruisci una squadra da vertice italiano, perdi solo tempo. Il pubblico è abituato al top ormai e non si interessa ai livelli più bassi. Qui è sempre stato tutto più difficile ma quando vinci ha un altro sapore. Se tornerei nel basket? Come presidente non potrei farlo. Sono cambiati i tempi e le situazioni economiche. Come manager? Si, ci riproverei a riportare Napoli in alto, perchè per lo sport di questa città sarei disposto a tutto».
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