Pellegrini, obiettivo Tokyo 2020
«Mi do un'altra chance»

Pellegrini, obiettivo Tokyo 2020 «Mi do un'altra chance»
Venerdì 16 Settembre 2016, 15:38 - Ultimo agg. 16:23
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«Presa la decisone di continuare, la forza la ritrovo. Perché voglio darmi un'altra chance, rimettermi a nuotare e fare tutti sacrifici che ho fatto l'anno scorso per poi giocarmela com'è sempre stato. Ho bisogno di un'altra gara, anche se vincere sarà sempre più difficile. Però se avessi smesso adesso avrei lasciato qualcosa in sospeso e a me non piace farlo. Diciamo che mi piacerebbe chiudere questo ciclo e spero di farlo come vorrei io». Intervistata per la trasmissione Verissimo che andrà in onda domani su Canale 5, Federica Pellegrini ribadisce - anche con un rapido twit che rilancia l'anticipazione - che ha deciso di non ritirarsi e che punta alla prossima Olimpiade, quella di Tokyo 2020.

«È logico che la mia vita per adesso è il nuoto - dice la Pellegrini -. Prepararsi quattro anni per un'Olimpiade, dopo la grande delusione che è stata Londra 2012. Ci credevo, ci credevo tanto. Eravamo arrivati pronti, perché quest'anno è stato bello come pochi fino a Rio, e fino a quei 20 centesimi che mi hanno fatto perdere la medaglia». «Certo, sapevamo di dovercela giocare - aggiunge - perché i 200 stile libero stanno diventando una gara sempre più veloce ed io sto diventando sempre più vecchia. Ti confronti con giovani che, ovviamente, stanno migliorando e crescendo e tu devi limare il massimo, il centesimo. Poi arrivi lì, fai tutto quello che è giusto, ma non prendi la medaglia. È logico che ti prende una gran rabbia».

Dopo i primi momenti di profonda delusione, in cui aveva ventilato propositi di ritiro, l'azzurra ha deciso di andare avanti. «Sì, onestamente, a caldo, dopo la gara ero talmente tanto delusa da questi 20 centesimi - dice la campionessa olimpica di Pechino -, che è un niente. Quindi, ho detto: "Mi sento un po' stufa di dover fare i conti con questi centesimi ogni volta, dopo anni di duri allenamenti e sacrifici". Dopo la gara, onestamente, ero stufa di fare i conti con queste minime distanze che ti fanno perdere o vincere. Poi, insomma, l'amore che porto per questo sport mi ha fatto fare un'altra scelta». «Così ho deciso di darmi un'altra chance - continua -. Il mio prossimo obiettivo saranno i mondiali di Budapest 2017 e poi c'è Tokyo 2020. Se riuscirò a qualificarmi per questa Olimpiade, sarà la mia quinta volta e, a 32 anni, per il nuoto, è un'età abbastanza avanzata. Ho deciso di crederci e ci credo fortemente, da questo arriva la mia scelta di andare avanti».

La conclusione della portabandiera dell'Italia a Rio 2016 è che «il nuoto è uno sport sano.
Nella mia vita ho sempre e solo nuotato, per cui non so paragonarlo ad altri sport, ma conosco molto bene il mio e posso dire che è uno sport sano. Purtroppo è sempre più intaccato dall'ombra doping a livello internazionale. L'ombra del doping aleggia molto - sottolinea - e si sente anche durante le gare: vedi fisici cambiare di tre mesi in tre mesi e, soprattutto per una donna, questo è impossibile. Però consiglierei a mia figlia di farlo perché in Italia ancora tutto questo non esiste».
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