«È logico che la mia vita per adesso è il nuoto - dice la Pellegrini -. Prepararsi quattro anni per un'Olimpiade, dopo la grande delusione che è stata Londra 2012. Ci credevo, ci credevo tanto. Eravamo arrivati pronti, perché quest'anno è stato bello come pochi fino a Rio, e fino a quei 20 centesimi che mi hanno fatto perdere la medaglia». «Certo, sapevamo di dovercela giocare - aggiunge - perché i 200 stile libero stanno diventando una gara sempre più veloce ed io sto diventando sempre più vecchia. Ti confronti con giovani che, ovviamente, stanno migliorando e crescendo e tu devi limare il massimo, il centesimo. Poi arrivi lì, fai tutto quello che è giusto, ma non prendi la medaglia. È logico che ti prende una gran rabbia».
Dopo i primi momenti di profonda delusione, in cui aveva ventilato propositi di ritiro, l'azzurra ha deciso di andare avanti. «Sì, onestamente, a caldo, dopo la gara ero talmente tanto delusa da questi 20 centesimi - dice la campionessa olimpica di Pechino -, che è un niente. Quindi, ho detto: "Mi sento un po' stufa di dover fare i conti con questi centesimi ogni volta, dopo anni di duri allenamenti e sacrifici". Dopo la gara, onestamente, ero stufa di fare i conti con queste minime distanze che ti fanno perdere o vincere. Poi, insomma, l'amore che porto per questo sport mi ha fatto fare un'altra scelta». «Così ho deciso di darmi un'altra chance - continua -. Il mio prossimo obiettivo saranno i mondiali di Budapest 2017 e poi c'è Tokyo 2020. Se riuscirò a qualificarmi per questa Olimpiade, sarà la mia quinta volta e, a 32 anni, per il nuoto, è un'età abbastanza avanzata. Ho deciso di crederci e ci credo fortemente, da questo arriva la mia scelta di andare avanti».
La conclusione della portabandiera dell'Italia a Rio 2016 è che «il nuoto è uno sport sano.
Nella mia vita ho sempre e solo nuotato, per cui non so paragonarlo ad altri sport, ma conosco molto bene il mio e posso dire che è uno sport sano. Purtroppo è sempre più intaccato dall'ombra doping a livello internazionale. L'ombra del doping aleggia molto - sottolinea - e si sente anche durante le gare: vedi fisici cambiare di tre mesi in tre mesi e, soprattutto per una donna, questo è impossibile. Però consiglierei a mia figlia di farlo perché in Italia ancora tutto questo non esiste».