Altro oro rubato: dopo Garozzo
il paralimpico De Pellegrin: «Sono scioccato»

Altro oro rubato: dopo Garozzo il paralimpico De Pellegrin: «Sono scioccato»
di Redazione Sport
Giovedì 8 Dicembre 2016, 17:02 - Ultimo agg. 9 Dicembre, 20:09
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Dopo Garozzo, la maledizione del furto della medaglia olimpica ha coinvolto anche Oscar de Pellegrin. E, se la vicenda della sottrazione della medaglia d'oro di Rio al fiorettista siciliano ha avuto un lieto fine, la disavventura dell'arciere paralimpico - che ha denunciato il furto in casa dell'oro di Londra 2012 - ancora non è ai titoli di coda. Anzi, chissà se potrà mai concludersi nel migliore dei modi, magari con il ritrovamento del prezioso alloro. De Pellegrin, oltre a vincere l'oro, a Londra 2012 fu anche portabandiera azzurro e adesso rappresentan gli atleti in seno al Consiglio della Fitarco. Nella notte tra martedì e ieri, a Sopracroda, la frazione di Belluno dove dimora, i ladri sono entrati in casa sua e gli hanno trafugato la medaglia olimpica. Il colpo è stato messo a segno nella notte, mentre la famiglia De Pellegrin dormiva.

Oltre alla medaglia, i ladri hanno portato via 600 euro, orologi, monili e un telefonino. «Sono scosso, è stato un risveglio terribile. Spero che i ladri abbiano un'anima e si mettano una mano sulla coscienza. Non ho parole per descrivere il mio stato d'animo. Dove abito io è sempre stata un'isola felice, o almeno così pensavamo. E, invece, nella notte fra il 6 e il 7 dicembre, i ladri hanno messo a segno tre rapine in una sola serata, solamente nella mia zona», le parole di Oscar De Pellegrin, ancora scioccato dall'accaduto, ma allo stesso tempo speranzoso che qualcuno possa fargli ritrovare la medaglia. «Mia moglie, mio figlio e io eravamo al piano di sopra a dormire e non ci siamo accorti di nulla - aggiunge -.
Sotto c'erano appese al muro in una cornice tutte le altre medaglie, le hanno guardate, hanno spostato anche altri quadri, pensando ci fosse una cassaforte. L'unica che non era finita ancora in bacheca era la medaglia d'oro di Londra, che tenevo nella sua custodia originale, perché la porto ancora quando vado nelle scuole o in altre occasioni».
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