Rio 2016, Malagò: «Inquietante il rapporto Wada sul doping della Russia, ma non riesco ad immaginare i Giochi senza i sovietici»

Giovanni Malagò
Giovanni Malagò
di Redazione Sport
Martedì 19 Luglio 2016, 10:45 - Ultimo agg. 13:41
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«Il rapporto Wada è molto duro. C'erano dei rumors trapelati nell'ambiente e da qualche ora se ne parlava. Indubbiamente è un problema, ci sono dati inquietanti». Così il presidente del Coni Giovanni Malagò, riguardo al rapporto pubblicato ieri dalla Wada in cui si parla di doping di Stato in Russia. «È sorprendente il timing di tutta la questione - spiega il capo dello sport italiano a margine della presentazione di una partnership tra Coni e Grana Padano, in occasione dell'assemblea nazionale della Coldiretti a Roma -

Domani il Tas si deve pronunciare sul ricorso degli atleti russi per l'atletica leggera, che sono sub judice come per la vicenda Schwazer. Questa cosa indubbiamente crea un problema, tanto è vero che mi risulta che oggi ci sarà un Esecutivo convocato telefonicamente. Non so quali provvedimenti arriveranno ad adottare. Ho letto le parole di Bach che sono eclatanti ed eloquenti». Molti atleti italiani, intanto, iniziano a lamentarsi per le potenziali medaglie perse in passato per la supremazia dei russi. «Hanno ragione - esclama Malagò - Anche ieri gli addetti ai lavori al Coni avevano evidenziato quelle medaglie che sarebbero state perse. Ma mi permetto di dire che, anche se le competizioni sono dal 2010 al 2015, estive e invernali, i casi sono più di 570 e gli atleti 312, ma nessuno conosce i nomi: per cui, con tutto il rispetto, fin quando non c'è l'elenco, non si può assolutamente dichiarare che ci sia un atleta russo che ha vinto una medaglia in modo scorretto. Magari ce n'è uno solo che l'ha fatto in modo regolare e quello va rispettato».

«Nell'immaginario generale l'Olimpiade è la manifestazione di tutti.
Quindi dico con franchezza che non riesco ad immaginarmela senza la Russia». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in merito all'ipotesi che il Cio decida di estromettere la Russia dai Giochi di Rio. «Però -ha precisato il numero uno dello sport italiano- questo è un discorso che faccio a prescindere da chi deve prendere delle decisioni che non mi competono. L'Olimpiade ha fra i suoi punti di forza il numero di paesi che vi partecipano e a volte, con il passare delle edizioni, se ne aggiungono pure. L'importante sarebbe non perderne nessuno».
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