Roma 2024, l'ira di Malagò:
«la rinuncia sarebbe una figuraccia»

Roma 2024, l'ira di Malagò: «la rinuncia sarebbe una figuraccia»
Lunedì 19 Settembre 2016, 09:42 - Ultimo agg. 11:34
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«Rinunciare a Roma 2024 sarebbe una sconfitta per lo sport. E una figuraccia mostruosa per la credibilità dell'Italia. Chiediamo rispetto per un percorso partito tre anni fa. Con la sindaca ci siamo dati appuntamento al ritorno di Luca Pancalli. Io sono ottimista di natura»: Giovanni Malagò, ospite della Domenica sportiva, parla della candidatura di Roma ai giochi 2024 e nonostante l'orientamento della giunta di Roma sia per il 'nò, il numero uno del Coni non si rassegna. «Il verdetto sulla candidatura per l'organizzazione dei Giochi Olimpici arriverà il 13 settembre 2017 a Lima, in Perù. Adesso - dice - si tratta solo del verdetto per la candidatura italiana. Non stiamo decidendo se organizzare o meno i Giochi Olimpici, ma di continuare ad andare avanti per qualcosa che è partito tre anni fa». Malagò chiarisce per l'ennesima volta i punti di forza del dossier per Roma 2024 e ricorda che «il budget è un decimo rispetto a 15 anni fa. Con l'agenda 2020 - spiega - è cambiato tutto rispetto alle olimpiadi precedenti. Non ci sono costi per i cittadini romani. Le Olimpiadi portano lavoro per circa 177mila persone spalmate nei sette anni, il 10% sarebbe in pianta stabile. Qualsiasi cosa che porta occupazione è un investimento. Se poi c'è un progetto alternativo, basta parlarne». Malagò ha ricordato che «i sondaggi, specie fra i giovani tra i 18 ed i 25 anni, sono favorevoli alle olimpiadi perché porterebbero investimenti e occupazione. Non farle sarebbe una figuraccia mostruosa per la credibilità del Paese». «Da cittadino - dice il numero uno dello sport italiano - sono il primo a riconoscere che le priorità per la città sono altre, ma noi chiediamo di poter competere al giudizio tra un anno e per Olimpiadi che si svolgono tra otto anni. Pensiamo solo all'idea, al progetto che è tra otto anni. Io mi auguro che le priorità gli amministratori le risolvano prima di 8 anni». «Se uno leggesse il dossier - precisa - prevediamo un intervento molto forte soprattutto nelle periferie, il punto è che quando parliamo di periferie è perché vogliamo dire alla gente che i Giochi prevedono l'arrivo di 17 mila persone tra atleti e tecnici, che arriveranno alcuni anche un anno prima delle Olimpiadi e si sistemeranno per alloggi e allenamenti proprio nelle strutture periferiche». Per Malagò una eventuale rinuncia non sarebbe una sconfitta personale ma «del mondo dello sport, vorrebbe dire che la politica è intervenuta disconoscendo i via libera della politica stessa e le decisioni del mondo dello sport. Oggi lo sport - conclude - è forse l'unico settore ad aiutare il sociale e contribuisce per l'1,7 % sul Pil del Paese». (ANSA). MS 19-SET-16 00:04 NNNN SPR S0B QBXB ROMA 2024: MALAGÒ, RINUNCIA SAREBBE SCONFITTA SPORT N.1 Coni: chiediamo rispetto per percorso iniziato 3 anni fa (ANSA) - ROMA, 19 SET - «Rinunciare a Roma 2024 sarebbe una sconfitta per lo sport.
E una figuraccia mostruosa per la credibilità dell'Italia. Chiediamo rispetto per un percorso partito tre anni fa. Con la sindaca ci siamo dati appuntamento al ritorno di Luca Pancalli. Io sono ottimista di natura»: Giovanni Malagò, ospite della Domenica sportiva, parla della candidatura di Roma ai giochi 2024 e nonostante l'orientamento della giunta di Roma sia per il 'nò, il numero uno del Coni non si rassegna. «Il verdetto sulla candidatura per l'organizzazione dei Giochi Olimpici arriverà il 13 settembre 2017 a Lima, in Perù. Adesso - dice - si tratta solo del verdetto per la candidatura italiana. Non stiamo decidendo se organizzare o meno i Giochi Olimpici, ma di continuare ad andare avanti per qualcosa che è partito tre anni fa». Malagò chiarisce per l'ennesima volta i punti di forza del dossier per Roma 2024 e ricorda che «il budget è un decimo rispetto a 15 anni fa. Con l'agenda 2020 - spiega - è cambiato tutto rispetto alle olimpiadi precedenti. Non ci sono costi per i cittadini romani. Le Olimpiadi portano lavoro per circa 177mila persone spalmate nei sette anni, il 10% sarebbe in pianta stabile. Qualsiasi cosa che porta occupazione è un investimento. Se poi c'è un progetto alternativo, basta parlarne». Malagò ha ricordato che «i sondaggi, specie fra i giovani tra i 18 ed i 25 anni, sono favorevoli alle olimpiadi perché porterebbero investimenti e occupazione. Non farle sarebbe una figuraccia mostruosa per la credibilità del Paese». «Da cittadino - dice il numero uno dello sport italiano - sono il primo a riconoscere che le priorità per la città sono altre, ma noi chiediamo di poter competere al giudizio tra un anno e per Olimpiadi che si svolgono tra otto anni. Pensiamo solo all'idea, al progetto che è tra otto anni. Io mi auguro che le priorità gli amministratori le risolvano prima di 8 anni». «Se uno leggesse il dossier - precisa - prevediamo un intervento molto forte soprattutto nelle periferie, il punto è che quando parliamo di periferie è perché vogliamo dire alla gente che i Giochi prevedono l'arrivo di 17 mila persone tra atleti e tecnici, che arriveranno alcuni anche un anno prima delle Olimpiadi e si sistemeranno per alloggi e allenamenti proprio nelle strutture periferiche». Per Malagò una eventuale rinuncia non sarebbe una sconfitta personale ma «del mondo dello sport, vorrebbe dire che la politica è intervenuta disconoscendo i via libera della politica stessa e le decisioni del mondo dello sport. Oggi lo sport - conclude - è forse l'unico settore ad aiutare il sociale e contribuisce per l'1,7 % sul Pil del Paese».
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