Calcio choc: «Sporco negro»
«No, lui ha fatto il gesto dell'ombrello»

Calcio choc: «Sporco negro» «No, lui ha fatto il gesto dell'ombrello»
di Federico Fabrizi
Lunedì 25 Gennaio 2016, 15:35 - Ultimo agg. 15:53
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TERNI - «M'hanno detto negro torna a casa col gommone e mi hanno sputato». Racconta Mohcine Berradi, 19 anni, talentino frizzante che gioca a pallone ad Assisi. «Non è vero, lui ha fatto il gesto dell'ombrello e uno dei nostri ha il naso rotto», replica il presidente dell'Atletico Orte Massimiliano Brugnoletti. Domenica assurda, altro che calcio. 

Campionato di Promozione, una domenica di quelle in cui la cronaca del calcio - i dribbling, i gol, i colpi di testa - cede il passo ad altro. Per curiosità: la partita tra Assisi e Atletico Orte valeva i piani alti del girone B di Promozione. Si giocava sul campo di Terni Est (in casa per l'Orte) ed è finita 2-2. Altra curiosità: le due squadre sono di quelle che giocano bene, magari perché sulle panchine siedono due signori che il calcio lo conoscono. Ad allenare l'Assisi c'è Riccardo Zampagna: il centravantone che solo qualche anno fa segnava - tanto - in serie A. L'Atletico Orte è allenato da 
Alessandro Cavalli, una carriera nelle giovanili della Ternana: i suoi sono primi in classifica. La cronaca, quella del calcio giocato, dice che è finita 2-2. Per l'Assisi ha segnato una doppietta Mohcine Berradi, neanche vent'anni, uno svelto di gambe; a queste latitudini del calcio dilettantistico uno che è davvero difficile da marcare. È lui a raccontare quel che gli è successo: «Mi hanno detto negro... puzzi, tornatene a casa col gommone. M'hanno tirato i capelli quando ero a terra e m'hanno addirittura sputato, diverse volte... ho chiesto al mister di farmi uscire: non volevo reagire a certe provocazioni. Proprio non ce la facevo più».
Le offese e le minacce - racconta Mohcine - sarebbero arrivate in particolare dopo il 2-2 segnato dal diciannovenne: «Non ne potevo più e sono andato ad 
esultare davanti alla loro panchina: diciamo che li ho mandati a quel paese. Ho sbagliato, è vero e lo ammetto. Ma è stato solo uno sfogo. Loro lì mi hanno di nuovo offeso con insulti razzisti: "sporco negro di m... te la sei cercata ora non torni a casa". È assurdo che accada questo. Rientrando in serata ho pensato: se devo subire questo ogni domenica misà che smetto. Poi c'ho ragionato su: non è giusto tutto questo. Ora voglio solo raccontare, perché certe cose non succedano più».

La versione dell'Atletico Orte è diversa: «Non è vero. Nessun insulto - dice il presidente Massimiliano Brugnoletti - noi siamo persone per bene. Sono pronto a tutelare la mia squadra e la mia società in tutte le sedi. La verità è che quel ragazzo è venuto a fare il gesto dell'ombrello davanti alla nostra panchina dopo aver segnato. Ed è un fatto che uno dei nostri sia finito al pronto soccorso con il naso rotto».

Sta di fatto che il finale della partita è stato assolutamente incandescente. «A fine partita siamo dovuti uscire tutti insieme dallo spogliatoio per proteggere il nostro compagno Mohcine - racconta il capitano dell'Assisi Enrico Ciani - cose come queste non si possono vedere e non dovrebbero esistere sui campi da calcio».
Tutt'altra storia raccontata dall'Atletico Orte: «C'è stato un po' di parapiglia nel finale: uno dei nostri dirigenti infatti ha rimediato un calcione da un giocatore avversario... poi loro hanno deciso di uscire tutti insieme. Non è andata certo come la raccontano loro». 
Una domenica assurda, ed era solo il campionato di Promozione.
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