Bonucci e il derby, fra la nostalgia di Torino e i ricordi con Giaccherini

Bonucci e il derby, fra la nostalgia di Torino e i ricordi con Giaccherini
di Delia Paciello
Domenica 15 Ottobre 2017, 17:20
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La carriera di Leonardo Bonucci è nata nell’Inter, dove è approdato a soli 17 anni. E ora, dopo l’importante esperienza alla Juventus, si trova ad affrontare il derby milanese con la maglia rossonera. «Ciascuna tappa è stata fondamentale per la mia carriera. Sono arrivato all’Inter giovanissimo, ho passato due anni splendidi e dove sono cresciuto tanto», ha raccontato il difensore alla testata cinese Tencent Sport. Poi l’arrivo in bianconero: «Dopo le importanti esperienze a Treviso, Pisa e Bari, sono arrivato alla Juve. Avevo 23 anni, dopo il primo Mondiale. Il primo anno ho trovato difficoltà perché la maglia della Juve, così come quella del Milan, mette pressioni, e un ragazzo di 23 anni può far fatica a tenere gli equilibri. Poi Conte è stato fondamentale, ci ha dato la mentalità che mancava. Lì sono maturato a livello umano, sono cresciuto come età e come carattere in un gruppo di campioni. Da oggi, però, deve esserci un nuovo inizio».
 
Ma il camoione ha svelato che la nostalgia è ancora forte: «Fra Torino e Milano posso dire che in questo momento preferisco Torino: ci ho passato ben 7 anni, forse è anche l’abitudine. A Milano ho vissuto diversi anni fa, ma ero giovane e single. Con la famiglia ora è tutto un altro modo di vivere la città». Niente da dire invece dal punto di vista calcistico: «San Siro è la storia del calcio, lo stadio più importante d’Italia per quello che ci hanno vinto dentro da Milan e Inter. Entrarci mette sempre un po’ di suggestione. Fortunatamente adesso il pubblico è dalla mia parte».
 
Tanti ricordi anche con la maglia della nazionale: «Ricordo ancora il debutto in maglia azzurra:  eravamo a Montecarlo, contro il Camerun. Fu la mia prima partita in una difesa a tre, con Chiellini e Cannavaro. E’ stato bello, oggi ho raggiunto 72 partite con la Nazionale, non è un traguardo da poco». E in questi hanni ha potuto lavorare con diversi ct. Da Lippi a Prandelli, poi Conte e Ventura: «Ognuno di loro ha un carattere ben preciso, uno stile di vita e di gioco. Sicuramente Conte è quello che mi ha dato più di tutti. Ogni allenatore però mi ha migliorato, devo ringraziarli tutti».
 
Un ricordo particolare, il suo assist a Giaccherini in Euro2016: «L’avevamo provato diverse volte in allenamento anche alla Juventus. È una delle mie caratteristiche, cerco la palla in profondità per gli attaccanti. Mi piace aiutare un compagno e metterlo davanti alla porta. Emanuele ed io ci conosciamo bene, allora ci allenavamo tutti i giorni insieme. C’era feeling e in quell’occasione ci siamo capiti al volo. Ci sono ricordi che entrambi porteremo sempre nel cuore. È un ragazzo molto tranquillo, un ottimo compagno di squadra».
 
Ora ci sono davanti i mondiali di Russia: «Innanzitutto bisogna arrivarci. A novembre abbiamo un playoff che sarà difficile. Non sarà facile giocare con tante pressioni addosso, ma siamo l’Italia e abbiamo l’obbligo di andare al Mondiale».
 
Con la maglia del Milan invece tanti progetti e tante aspettative: «Sapevo che ci sarebbero state tante difficoltà, ho accettato questa sfida perché voglio mettermi di nuovo in discussione. Bisogna lavorare, ho sempre fatto così dando il meglio di me stesso. Abbiamo l’obiettivo Champions in campionato e non vogliamo porci limiti in Europa League».
 
Ma il derby milanese è sempre un match particolarmente sentito nell’ambiente: «L’Inter è un’ottima squadra, con ottime individualità e ha scelto un allenatore importante. Nel derby servirà attenzione ai singoli». E Bonucci conosce molto bene alcuni degli avversari: «Candreva ed Eder sono compagni di Nazionale ed amici. Sono splendidi ragazzi e grandi giocatori, sicuramente da temere come avversari». Ma in fondo è positivo sull’esito: «Vinciamo noi, ma non dico quanto».

 
 
 
 
 
 
 
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