Inter, parte male l'era di De Boer
doppio Birsa stende i nerazzurri

Frank de Boer
Frank de Boer
di Matteo Sorio
Domenica 21 Agosto 2016, 18:07 - Ultimo agg. 22 Agosto, 12:10
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C’è una differenza, sostanziale, fra il Chievo di Rolly Maran e l’Inter di Frank de Boer. Il Chievo lavora con l’uomo di Trento dall’ottobre 2014. L’Inter ha fatto la conoscenza dell’olandese due settimane fa. Eppure, la sgridata del Bentegodi fa rumore. Perché l’Inter, a Verona, non va oltre il provare a dominare il possesso-palla, che non significa dominare la partita, specie se tra mediana e attacco c’è poco collegamento, nesso, feeling, e specie se là dietro, impostando, si corrono pericoli di troppo (vedi Ranocchia, in imbarazzo più volte e quindi puntato dal pressing feroce di Meggiorini). Il 61 per cento del gioco passa per i piedi nerazzurri, con l’atteso Banega arretrato a centrocampo per dare una mano a Medel ma ancora disorientato nel trovare libertà d’azione, e anche i tiri in porta premiano l’Inter, 7 contro 4. Eppure, alla fine, è più efficace lo sloveno Birsa, uno che s’è dovuto allontanare dal Milan per trovare la miglior immagine di sé, così com’è più efficace, col suo moto perpetuo, quel Meggiorini che dalle giovanili dell’Inter c’è passato ed esordì in A con l’ex timoniere Mancini nel 2004.
Più pungenti loro di un Icardi formato fantasma (nonostante il fresco ed economicamente sostanzioso rinnovo) e di un tridente, quello di De Boer, completato da Eder e Candreva, insieme anziché in ballottaggio come previsto alla vigilia. Ha bisogno di tempo, De Boer. E ha bisogno di qualcosa lì a centrocampo, dal mercato, ma questa è storia che riguarda Joao Mario e Sissoko, non la partita di Verona. Qui, al Bentegodi, la prima Inter della stagione è una squadra fragile, buon insieme di solisti che non sono ancora orchestra. De Boer l’ha detto: l’Inter, quella vera che ha in testa lui, la si vedrà tra qualche mese, probabilmente a gennaio. Nell’attesa, non è certo il migliore degli incipit.


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