Processo per la morte di Ciro Esposito, l'avvocato Pisani attacca De Santis in aula

Processo per la morte di Ciro Esposito, l'avvocato Pisani attacca De Santis in aula
Martedì 3 Maggio 2016, 12:10 - Ultimo agg. 14:56
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Processo per la morte di Ciro Esposito. Stamane la requisitoria di Angelo Pisani, difensore di parte civile insieme con il fratello Sergio Pisani, che ribadisce la richiesta dell’ergastolo per De Santis e spiega alla Corte che Ciro Esposito è vittima innocente di un agguato di stampo terroristico , vittima della criminalità più violenta non dello sport e di tifosi che già erano passati oltre come ben visto dal de sanctis che , solo dopo , quando pensava che i tifosi napoletani era già lontani, ha attaccato il pulman pieno di donne e bambini con una strategia di tipo militare disinnescata solo dall'intervento e sacrificio di Ciro Esposito che ha cambiato l'esito di quella giornata.

E’ alle battute finali in Corte d’Assise, a Roma, il processo per la morte di Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ferito gravemente il 3 maggio 2014 poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli e morto al Gemelli dopo un'agonia di 53 giorni.  All’udienza di stamane il difensore di parte civile, avvocato Angelo Pisani, ha ribadito con forza la richiesta dell’ergastolo per l’imputato Daniele De Santis, già avanzata anche dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio il 19 aprile scorso.
«Chiediamo ad alta voce l'ergastolo per De Santis - ha esordito Pisani nella sua requisitoria - e non lo chiediamo per furia giustizialista, ma per amore e rispetto dei valori. Non vogliamo infierire - ha aggiunto - su chi ha sbagliato perché impossessato dal diavolo. E sappiamo bene che la condanna non ci restituirà Ciro. Ma chiediamo che per una volta, in questo paese, chi ha ammazzato paghi».
De Santis, ha proseguito il legale della famiglia Esposito, «non ha ucciso solo un ragazzo giovanissimo. Ha fatto fuori, col suo gesto, il senso dello sport. Ha massacrato la via di pace tra due tifoserie già rivali. Ha creato un solco tra due città vicine e, per molti versi, simili». «E noi – ha concluso Pisani - vogliamo che tutto ciò che attenti alla serenità di un paese, già tanto avvelenato, possa conoscere il proprio destino: quello di restare fuori dal consesso civile».
Nel corso del suo interrogatorio lo scorso 14 aprile “Gastone” De Santis, incalzato dalle domande del pubblico ministero e poi da quelle dei difensori di parte civile, aveva confermato di avere sparato lui quattro, cinque colpi di pistola, dichiarando che si trovava sul posto perché voleva far spostare i bus dalla strada. Ma «con i suoi tentativi di smentita – osserva l’avvocato Angelo Pisani – l’imputato aveva di fatto confermato la verità processuale e la verità dei fatti, già peraltro emersa con tutta evidenza dai video e dalla ricostruzione di quanto accaduto. Una deposizione contraddittoria, non credibile, che ha rappresentato un’ulteriore, grande prova della sua colpevolezza».
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