Sciopero delle Curve, Gabrielli: «Via le barriere se si tornerà a vivere la partita in modo normale»

Sciopero delle Curve, Gabrielli: «Via le barriere se si tornerà a vivere la partita in modo normale»
di Redazione Sport
Sabato 21 Novembre 2015, 02:28 - Ultimo agg. 6 Novembre, 10:24
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Conto alla rovescia per il derby e lo sciopero delle curve, ma il prefetto di Roma Gabrielli è intervenuto stamattina ai microfoni di Radio Radio per stemperare il clima, aprendo soprattutto a nuovi sviluppi sul tema della separazione in settori delle curve. Una misura necessaria, ma non immutabile, questo il tema.



Nemico numero uno dei tifosi


«Anche questo è il prezzo del biglietto. Chi ha compiti di responsabilità può diventare oggetto di queste contumelie. Io non sono venuto qui con l’intento di unire contro di me le tifoserie di Roma e Lazio. Il tema delle curve è principalmente un tema di incolumità. Lo stadio è un luogo di pubblico spettacolo, non un luogo dove non esistono leggi e regole. I comportamenti sono mutuati rispetto alle situazioni. Le barriere non sono di cemento armato. Se si tornerà allo stadio a vivere la partita in maniera normale verranno tolte»



Vivere il calcio in maniera "Normale"

«Ieri vedevo del calcio internazionale.
E credo che li non esista l’occupazione abusiva delle sedute, l’occupazione delle vie di fuga. Non si vedono le immagini che si vedono nelle curve nostrane, in particolare in quelle della Capitale. Mi rendo conto che in questo paese il concetto della responsabilità sia un concetto poco frequentato e poco utilizzato: io sono responsabile di quello che succede nei luoghi di pubblico spettacolo. Non me lo dimentico mai. E non me lo dimentico perché ho una responsabilità giuridica e soprattutto una responsabilità morale. Vorrei sapere da tutti quelli che oggi si strappano le vesti perché stiamo provando a riportare una situazione di normalità, se dentro le curve ci fosse l’eventualità di un morto o di un ferito grave, a chi andremo a chiedere conto? Sono certo che chiederebbero conto a me, così dice la legge. Mi sembra paradossale che nel periodo di Mafia Capitale ci si soffermi molto su un gruppo di persone che ha deciso di non andare allo stadio perché abbiamo reintrodotto delle regole».