Insigne operaio, corsa e sacrificio
Hysaj sfida la Juve: «Saremo carichi»

Insigne operaio, corsa e sacrificio Hysaj sfida la Juve: «Saremo carichi»
di Roberto Ventre
Sabato 25 Marzo 2017, 10:09 - Ultimo agg. 10:26
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Sono lì, uno di fronte all’altro, in un fazzoletto di campo: Hysaj è messo come sentinella di Insigne, da quinto a destro proprio per frenare sul nascere le iniziative di Lorenzo. I due compagni del Napoli, rivali in Italia-Albania, il match di qualificazioni mondiali a Palermo. «La sfida nella sfida con Insigne, chi l’ha vinta? L’hanno vinta loro come squadra, poi non so con Lorenzo, dovete vedere che dice il mister, io penso abbastanza bene. Con Lorenzo a fine partita ci siamo salutati da amici», ha detto il terzino albanese che intanto già pensa alla Juve e lancia la sfida ai bianconeri in vista delle due partite in tre giorni al San Paolo di campionato e coppa Italia. «Torneremo carichi, pronti per queste due partite, sono gare belle da giocare».

Pochi lampi nel primo tempo di Lorenzo, meglio la ripresa. Diverso il modulo di gioco, diverso il modo di attaccare dell’Italia rispetto al Napoli. Di palloni ne arrivano pochi e soprattutto alti e Insigne li riceve quasi tutti spalle alla porta, quindi, è costretto spesso ad abbassarsi ed appoggiare all’indietro. Però dà un grande contributo nei recuperi per non far soffrire in mezzo De Rossi e Verratti: la sua prima corsa in difesa dopo appena 47 secondi, cioè nella prima palla gol creata dall’Albania con il tiro in diagonale di poco fuori da Cikalleshi.

L’abbraccio e il saluto affettuoso prima della partita tra Insigne e Hysaj, poi avversari in campo: il terzino albanese anticipa di un soffio l’attaccante di Frattamaggiore sull’apertura di Verratti. Poi la scena si ribalta: è Hysaj ad attaccare e a superare in dribbling Lorenzo prima di mettere un pericoloso pallone in mezzo. Grande fair play qualche attimo dopo quando l’azzurro aiuta l’avversario a rialzarsi dopo aver subito un fallo poco oltre il centrocampo. Partita di sacrificio di Insigne nel primo tempo, quella di esordio da titolare con il nuovo ct azzurro dopo gli ultimi venti minuti giocati contro il Liechtenstein: con il 4-2-4 di Ventura il talento di Frattamaggiore deve sacrificarsi moltissimo sulla fascia, abbassandosi spesso fino alla linea dei terzini. Una sfida bloccata nei primi 45 minuti nonostante il gol del vantaggio realizzato da De Rossi su calcio da rigore per fallo commesso su Belotti. Diverso il 4-3-3 di Sarri, il sistema di gioco che invece esalta le qualità offensive di Insigne perché il napoletano viene cercato in continuazione con la palla a terra da Hamsik o da Ghoulam e ha la possibilità di convergere con il destro per cercare la punta centrale. Movimenti totalmente diversi invece quando in attacco ci sono due punte, come Belotti e Immobile nell’Italia: una partita molto diligente ma con pochi guizzi alla Insigne, il primo vero e proprio dopo dieci minuti della ripresa, un tentativo di lancio per Belotti.

L’Italia attacca soprattutto a destra con Zappacosta, che si propone e va al cross, a sinistra ne arrivano pochi di palloni e Insigne per entrare nel gioco deve provare soprattutto qualche taglio verso il centro. Una prestazione di grande sacrificio, per certi versi più con movimenti da terzino basso che da attaccante esterno quella del napoletano. Hysaj tra i più attivi della formazione albanese a calmare i propri tifosi dopo la sospensione della gara per il lancio di petardi e fumogeni.

Alla ripresa del match Lorenzo riparte forte e disegna una delle sue parabole magiche che solitamente mandano in porta Callejon e stavolta la ricama per Candreva che sfiora il 2-0 con l’ottimo intervento di piedi di Strakosha, il portiere della Lazio. Una sua punizione si infrange sulla barriera, poco dopo arriva il raddoppio di Immobile di testa che brucia proprio Hysaj. Poi direttamente da calcio d’angolo mette in difficoltà il portiere dell’Albania costretto a respingere con i piedi. Un secondo tempo decisamente più vivace quello del napoletano finalmente in partita e più incisivo anche perché gli spazi si allargano un po’ in più. Resta in campo tutti i 90 minuti perché contribuisce fino all’ultimo a far mantenere l’equilibrio alla squadra.
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