Biglietti e rapporti con gli ultrà:
processo Figc per Agnelli

Biglietti e rapporti con gli ultrà: processo Figc per Agnelli
Venerdì 26 Maggio 2017, 10:56
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La mente già a Cardiff ma alle porte un'udienza in Federcalcio. Dopo aver testimoniato a Torino al processo Alto Piemonte ed essere stato ascoltato dalla Commissione Antimafia a Roma, la vicenda legata ai biglietti agli ultras vedrà oggi Andrea Agnelli difendersi davanti al Tribunale federale nazionale - sezione Disciplinare della Figc.
Il numero uno della Juventus era stato deferito per la violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell'obbligo di osservanza delle norme e degli atti federali. Con lui, deferito anche il club per responsabilità diretta, oltre che il dirigente commerciale Francesco Calvo, il security manager Alessandro Nicola D'Angelo e il responsabile del ticket office Stefano Merulla.

Tra i capi d'accusa mossi dal pm Giuseppe Pecoraro spicca il fatto che «tra la stagione sportiva 2011-12 a quantomeno tutta la stagione sportiva 2015-16», al fine di mantenere l'ordine pubblico all'interno dei settori più caldi della tifoseria organizzata, Agnelli «non impediva a tesserati - si legge in un passaggio del deferimento - dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti gruppi ultras', anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata» e quindi «autorizzando la fornitura agli stessi di dotazioni di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito».

Altre accuse ad Agnelli e alla Juventus, quella di aver favorito «consapevolmente» il fenomeno del bagarinaggio, con la procura federale che ipotizza anche la partecipazione personale di Agnelli «a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ultras». Già in sede di Antimafia, prima l'avvocato bianconero Luigi Chiappero, poi lo stesso Agnelli, avevano ammesso e ritenuto «un errore» l'aver consentito dotazioni di biglietti agli ultras. Negando però ogni tipo di connessione con la Ndrangheta e in particolare di non conoscere, all'epoca dei fatti, la connotazione mafiosa dell'allora capo ultrà Rocco Dominello.

Al processo che si terrà con inizio alle ore 14, sarà presente lo stesso Agnelli per ribadire davanti ai giudici la sua estraneità ai fatti. Ad assisterlo, assieme al legale juventino, anche il penalista Franco Coppi. Nel pool in difesa di Guido Calvo invece figura il legale del Milan, Leandro Cantamessa. E anche se la finalissima di Champions League contro il Real Madrid è alle porte, la Juventus non ha alcuna intenzione di chiedere il rinvio dell'udienza, mentre è probabile che la sentenza possa arrivare dopo il 3 giugno.

Non trattandosi di illecito contestato, il dibattimento non sarà aperto. In base all'art. 19 Agnelli rischia dalla semplice ammenda con diffida fino all'inibizione temporanea a svolgere ogni attività in seno alla Figc, con eventuale richiesta di estensione in ambito Uefa e Fifa, a ricoprire cariche federali e a rappresentare le società nell'ambito federale, indipendentemente dall'eventuale rapporto di lavoro.
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