Juventus, i voti dello Scudetto: Dybala fenomeno, Mandzukic lottatore, Buffon impressionante

Mandzukic e Dybala
Mandzukic e Dybala
di Luca Pasquaretta
Lunedì 25 Aprile 2016, 16:56
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Società 9,5
Storicamente presente, sempre. Non ha mai fatto mancare l’apporto, sostenendo lo staff tecnico e la squadra tanto nei momenti delicati, quando le cose andavano per il verso giusto. Vincente la scelta strategica di cambiare dopo il triplete sfiorato. Gli addii di Tevez, Pirlo e Vidal, oltre a quelli di Llorente, Storari e Pepe sono stati metabolizzati nel giro di un paio di mesi, il tempo necessario per trovare la quadratura del cerchio, trasformando una un’ottima rosa in una grande squadra. Applausi per gli acquisti di Dybala, Khedira, Mandzukic ed Alex Sandro. Rugani in prospettiva diventerà un punto fermo della difesa del futuro. 
 
Allegri 8,5
Diesel. Era partito non bene. Si era incaponito con il 4-3-1-2, il sistema di gioco con il trequartista, anche se non aveva gli uomini giusti per interpretarlo. I risultati erano negativi. L’ha capito e ha cambiato, tornando al 3-5-2. Oltre alle gambe ha saputo allenare la testa, ha fatto lo psicologo, gestendo al meglio le peculiarità di un gruppo che ha traghettato al successo con stile, senza alzare i toni, con il gioco. Fra i meriti quello di aver scollinato in Europa, cancellando quel condizionamento psicologico che limitava la Juve. La Champions sarà terreno di caccia per la prossima stagione.
 
Buffon 10
Monumentale, impressionate. Decisivo. E’ stata forse la sua stagione migliore, ai livelli di quella del 2006. Non è credibile che non sia stato almeno inserito nella lista dei pretendenti al pallone d’oro. Ha macinato record su record, tenendo abbassata la saracinesca per 974 minuti, come nessuno in serie A. Il rigore parato a Kalinic la ciliegina sulla torta di un’annata incredibile, da oscar.
 
Neto 6,5
Sarebbe stato titolare ovunque, non alla Juve, perché davanti c’è Buffon. Si è ritagliato il suo spazio in Coppa Italia, guadagnandosi la finale, che potrebbe saltare a casa di un infortunio al polpaccio. Farà di tutto per esserci.
 
Bonucci 9
E’ la versione italiana e moderna di Beckenbauer. Taglia e cuce. Il più impiegato, il più continuo, quello che è migliorato più di tutti da quando è alla Juve. Guardiola l’ha inserito fra i migliori difensori al mondo. Non un caso che lo voglia anche Conte al Chelsea.
 
Barzagli 9
Intramontabile. Il muro o Barzaglione come lo chiamano i compagni. Più forte degli acciacchi ha dimostrato di essere uno dei migliori interpreti del suo ruolo. Affidabile, concreto, sempre sul pezzo e concentrato. Resterà impressa nell’immaginario dei tifosi la notte in cui ha cancellato Higuain, blindando insieme ai compagni l’1-0 contro il Napoli. Rinnoverà il contratto. Resterà alla Juve altri 2 anni e poi farà il dirigente.  
 
Chiellini 7
Sfortunatissimo. Si è fermato 4 volte in questa stagione maledetta per lui, dove problemi muscolari e ricadute l’hanno limitato. Un leone in gabbia. Sembrava avesse scollinato poi in allenamento ha rimediato una botta al ginocchio. Ci sarà a Roma nella finale di Coppa Italia contro il Milan, altri imprevisti permettendo. Allegri e Conte incrociano le dita.
 
Pogba 9
Mister 100 milioni. Sarà al centro di un’asta internazionale. La società ha fatto sapere che non è in vendita, a meno che lui non chieda di essere ceduto. Il tempo sarà galantuomo. Il francese intanto ha messo a referto forse la sua miglior stagione. Era partito male, la maglia numero 10 sulle spalle, le responsabilità, le pressioni. Ha fatto ordine, si è concentrato sul campo e ha cambiato marcia, realizzando 11 assist e 8 gol, come mai aveva fatto prima, sfoderando numeri da circo e giocate da fenomeno. E’ giovane, ma se dovesse alzare ancora l’asticella, trovando continuità di rendimento, diventerebbe uno dei migliori centrocampisti del mondo.
 
Morata 7,5
Una stagione di alti e bassi, scandita negativamente dalle vicende legate alla sua vita privata (la rottura con la fidanzata storica). Si era perso, non riusciva più a segnare. Ha perso il posto da titolare. Poi con il lavoro, l’aiuto dei compagni e la nuova fiamma ha cambiato marcia, tornando ad essere il giocatore decisivo che aveva traghettato la Juve in finale di Champions a Berlino. La società vorrebbe tenerlo, ma il Real eserciterà il diritto di recompra, versando 30 milioni alla Juve e riportandolo a Madrid.
 
Dybala 9,5
Un fenomeno. Per molti il nuovo Sivori con quella camminata e quel sinistro un po’ così. Per altri assomiglia a Messi. Ha zittito tutti, dimostrando di valere i 40 milioni spesi dalla società. Ad oggi vale almeno il doppio. Ha fatto dimenticare Tevez, un argentino come lui, che nella prima stagione a Torino aveva realizzato 21 gol. Paulo è a quota 20. Belle e decisive le sue marcature, dimostrando di avere i numeri e la testa per diventare uno dei più forti giocatori al mondo. La Juve gongola e se lo tiene stretto.  
 
Cuadrado 8
Era arrivato in punta di piedi, in prestito, con quel sorriso stampato sulla faccia. Non era il giocatore che voleva Allegri. Si è conquistato la fiducia di tutti. Decisivo il gol all’ultimo secondo nel derby, il 31 ottobre scorso. Da lì la Juve è ripartita e non si è più fermata. I dirigenti e i compagni stravedono per lui. Dovrà tornare al Chelsea, perché Conte lo insegue da anni e non rinuncerà a lui.  
 
Lichtsteiner 8
Pendolino svizzero. Aveva fatto spaventare tutti quando è stato costretto a fermarsi per quel problema al cuore. L’ha risolto con la determinazione e la forza che lo contraddistinguono. E’ uno dei leader silenzioso dello spogliatoio. Si è riscoperto esterno alto nel 3-5-2, ruolo interpretato da campione. All’occorrenza ha fatto anche il terzino.
 
Mandzukic 9
Tutto si può dire di lui tranne che sia socievole. Non ama i convenevoli, né i giornalisti. Gli allenatori, in primis Allegri non lo toglierebbero mai. Un lottatore. Difensore aggiunto. Ringhia, non molla mai e soprattutto segna. Carrarmato croato. Affidabile e letale. 
 
Marchisio 8,5
Il principino sfortunato. Il ginocchio sinistro ha fatto crack contro il Palermo. Ne avrà per 6 mesi. Tornerà ad ottobre. Senza di lui la Juve aveva faticato, era sprofondata negli inferi della classifica. Con lui in campo la musica è cambiata. Regista moderno all’occorrenza, centrocampista ecclettico. Factotum. Rende facili le cose difficile. Uno dei senatori dentro e fuori dal campo. Incarna alla perfezione lo stile Juve.
 
Evra 7
Lo zio. Come lo chiamano Pogba e gli altri compagni. E’ saggio. Si è conquistato la stima e la fiducia dell’ambiente bianconero. Dopo la sconfitta contro il Sassuolo ci ha messo la faccia. E’ uno degli artefici della remuntada. In campo è affidabile. Non è più decisivo, ma è fondamentale per gli equilibri. Resterà ancora a Torino.
 
Alex Sandro 8
Corsa, gamba e potenza fisica. Piedi educati e propensione a difendere. E’ costato 26 milioni, ma la Juve ha pescato uno dei migliori esterni sinistri del mondo. Può crescere. Dopo i primi mesi di apprendistato si è alternato con Evra. L’anno prossimo sarà lui il titolare, come è giusto che sia. Galloni conquistati sul campo.
 
Sturaro 7,5
Soldatino. Uno dei giovani, italiani, più promettenti in circolazione. Si è sempre allenato alla grande, non alzando mai la voce. Ha saputo aspettare e ogni volta che è stato chiamato in causa, non ha sbagliato. Affidabile. 
 
Khedira 8
Il normalizzatore. Non è un fulmine di guerra, un peccato veniale, perché riesce a compensare tutto con la posizione, l’esperienza e quel senso tattico innato, caratteristica dei grandi giocatori. Gli infortuni l’hanno limitato. Quando sono rientrati lui e Marchisio, la Juve ha ripreso a correre. Non un caso.
 
Zaza 8
Bomber lucano. Attaccante ignorante, come piace definirsi, ma anche lavorato indomito. In allenamento ha dimostrato di essere da Juve. Si è fatto trovare pronto e ha saputo sfruttare le sue chance. E’ stata una delle sorprese inaspettate di questa stagione. Media gol realizzati/ minuti giocati da top player. Una delle fotografie dello scudetto è il gol realizzato al Napoli il 13 febbraio, un gol che ha permesso alla Juve di prendersi i 3 punti e la testa della classifica. 
 
Hernanes 6,5
Era arrivato per fare il trequartista. Non ha ingranato, collezionando prestazioni non all’altezza della situazione. Allegri l’ha rivisitato come regista davanti alla difesa. Ha fatto il vice Marchisio.
 
Rugani 7,5
A Firenze ha preso la prima ammonizione della sua carriera in serie A dopo 52 gare senza macchia. Ha faticato non poco a trovare la sua dimensione. Aveva davanti i più forti difensori d’Europa. Si è allenato, ha carpito un po’ da tutti, ha saputo aspettare e poi è venuto fuori. Sarà il futuro della Juve, per ora dovrà accontentarsi di sfruttare lo spazio che gli verrà concesso. Ogni cosa a suo tempo.  
 
Pereyra 6
Una stagione da dimenticare. Per gli infortuni e per la discontinuità. E’ stata una meteora. Pochi acuti, tante steccate. Ama giocare più avanti. Ha fatto bene come esterno sinistro alto nel 4-3-3. Meglio da trequartista. Fatica da interno.
 
Padoin 7
E’ un po’ la mascotte, il soldatino, il jolly buono per tutte le occasioni. Non alza mai la voce. Ha fatto quasi tutti i ruoli, senza mai lamentarsi e contro il Palermo appena entrato in campo si è tolto la soddisfazione di segnare un gol.
 
Asamoah 6
Tanti, troppi infortuni. Non ha ancora pienamente recuperato dall’operazione al ginocchio. Ricadute e guai muscolari hanno reso la sua stagione un calvario. Non ha mai smesso di lottare. Allegri ha riportato in mezzo, come ai tempi dell’Udinese. All’occorrenza ha fatto anche il terzino e l’ala.
 
Lemina 7
Un altro francese. La società l’aveva notata durante l’amichevole estiva contro il Marsiglia, decidendo di dargli una chance e di portarlo a Torino. Entro qualche giorno Marotta e Paratici dovranno decidere se riscattarlo, ma è più probabile che ottengano un rinnovo del prestito, perché l’infiammazione al ginocchio non gli ha consentito di poter allenarsi con la continuità necessaria per fare la differenza. Jolly di centrocampo. Deve migliorare nella fase difensiva.
 
Caceres 6
Infortunato di lungo corso. Ne ha passate tante. Era stato messo fuori squadra quando si è schiantato con la sua Ferrari contromano di notte, dopo aver festeggiato e bevuto. Era rientrato, sembrava fosse pronto, poi i titoli di coda per la lesione del tendine d’Achille all’inizio di febbraio. Lascerà Torino. Il suo contratto in scadenza non sarà rinnovato.
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