Juventus, per il momento c'è poco da stare Allegri

Juventus, per il momento c'è poco da stare Allegri
di Gianfranco Teotino
Lunedì 16 Ottobre 2017, 10:44 - Ultimo agg. 13:43
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Indizi, non ancora prove. Ma sufficientemente significativi. Ogni volta che ha trovato un ostacolo un po' più alto di quelli che il campionato di Serie A di solito propone, la Juventus 2017-18 non è riuscita a superarlo: due sconfitte con la Lazio, la prima in Supercoppa, un pareggio con l'Atalanta, la batosta di Barcellona. Ancora poco per parlare di una squadra in crisi, ma quanto basta per ritenere non banali, né facilmente recuperabili, i 5 punti di distacco dal Napoli e per attendere con qualche apprensione l'appuntamento di mercoledì in Champions con lo Sporting Lisbona, sfida da vincere a tutti i costi.
Che cosa sta succedendo? Sembra quasi che Allegri si sia messo in testa di dimostrare che è più facile vincere giocando male che bene. Sembra che, infastidito dagli elogi quotidiani per il lavoro di Sarri e per la qualità del calcio offerto dal Napoli, si sia fatto puntiglio di seguire la strada opposta: poco interesse per idee di gioco o preparazione delle partite e predilezione per squadre più fisiche che tecniche. Prendete la formazione anti Lazio: nonostante l'assenza di Pjanic, in panchina gli altri uomini di qualità disponibili, Dybala, Cuadrado, Alex Sandro, Bernardeschi. Non solo: sabato Allegri ha modificato il modulo, da 4-2-3-1 a 4-3-3. Curiosamente, dopo la sosta per le nazionali, cioè senza aver avuto la possibilità di provare i nuovi meccanismi. Cosa che Sarri non avrebbe mai neppure immaginato di fare.
TROPPI GIOCATORI COSÌ COSÌ
Resta inspiegabile la scelta di rinunciare a tutti i reduci delle qualificazioni mondiali sudamericane. Dybala, poi, a differenza di Cuadrado e Alex Sandro, non aveva neppure giocato. Ma in ogni caso: Messi, eroe della qualificazione argentina, sabato è stato il migliore del Barcellona contro l'Atletico Madrid, così come Dani Alves, Neymar e Di Maria, sempre sabato, hanno regolarmente giocato, benino, nel Paris St. Germain. La sensazione, però, è che le difficoltà della Juventus non siano tutte da addebitare alle recenti stranezze di Allegri. La difesa è in sofferenza: Barzagli e lo stesso Chiellini, comunque un combattente, non hanno più la freschezza dei giorni migliori, degli altri evidentemente l'allenatore si fida meno, manca la guida ferma che Bonucci garantiva. Stupisce che la Juventus, squadra solida per definizione, si faccia rimontare con una certa facilità (Atalanta, Lazio). E in più crescono i dubbi sul mercato: a fronte dell'addio di due campioni Dani Alves e Bonucci è arrivata una serie di buoni giocatori Bernardeschi, Betancur, De Sciglio, Douglas Costa, Howedes, Matuidi, oltre a Szczesny nessuno dei quali finora è diventato titolare certo. Lo stesso Matuidi è stato impiegato molto, ma grazie agli infortuni di Khedira e Pjanic. La nuova Juventus non decolla e la vecchia sembra non sia più la stessa.
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