Lezione di calcio (con batticuore)

Lezione di calcio (con batticuore)
di Francesco De Luca
Giovedì 29 Settembre 2016, 08:21 - Ultimo agg. 08:23
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 Erano tutti arrapati, non solo Sarri, che aveva così descritto il suo grado di eccitazione prima della sfida con il Benfica. Poker ai portoghesi, umiliati in sette minuti della ripresa: vicina per il Napoli stella d’Europa la qualificazione agli ottavi di Champions. Il primo segnale della bellissima serata napoletana di Champions è stato il San Paolo tornato ad affollarsi, anche se non ancora a riempirsi. Le prestazioni della squadra e l'importanza dell'evento sono state lo stimolo; utile nell'opera di saldatura del rapporto con la tifoseria potrà essere il ripensamento di De Laurentiis sul prezzo dei biglietti popolari: le curve torneranno di nuovo in vendita a 25 euro (anziché 40) per la partita con la Roma il 15 ottobre.


C'è stato da parte del Napoli un approccio appena sofferto alla partita perché il Benfica - finché non è andato in tilt - ha funzionato bene sulle fasce, da dove sono partiti due pericoli in 4', il secondo involontariamente favorito dall'infortunio di Albiol, sostituito da Maksimovic: il serbo, esordiente, ha esibito ottima padronanza del gioco sarriano. Gli azzurri hanno adesso piena consapevolezza dei propri mezzi, non arretrano davanti agli avversari e il simbolo, capitan Hamsik, ha fissato la svolta della partita, così come era accaduto contro il Chievo in campionato, con un colpo di testa su angolo che ha sorpreso Julio Cesar, in una delle peggiori serate di una carriera ormai finita a certi livelli. Stavolta è stata provvidenziale la sua capocciata nell'area del Benfica, dove spesso faceva capolino Allan: con i polmoni carichi, si lanciava in tutte le zone del campo per interferire nel gioco portoghese.


Al Napoli, ormai maturo e consolidato anche a livello internazionale, sono bastati 7' all'inizio della ripresa per chiudere i conti col Benfica. I top club come il Barça hanno risorse fisiche e tecniche per farlo e dunque anche la bella squadra di Sarri è tale. Mertens si è scatenato con una doppietta (punizione e tocco su uscita a vuoto del portiere brasiliano) e Milik ha segnato su rigore (freddissimo dal dischetto). La partita, però, non si trasformata in un allenamento infrasettimanale perché il Benfica ha accorciato con Guedes e Salvio, approfittando di un'ingenuità di Jorginho e di una disattenzione della difesa. Utile lezione per il futuro: non si può mollare neanche quando gli avversari sembrano annullati. Furioso in panchina, Sarri si è fatto sentire negli spogliatoi. La sua squadra è in grado di esprimere gran calcio per un'intera partita: serve una concentrazione più forte nei momenti cruciali, una difficoltà simile si era notata a Kiev, sebbene la Dinamo fosse ridotta in inferiorità numerica.

Sei gol nelle prime due partite di coppa e il +4 sulla seconda del girone sono un bottino prestigioso, la conferma dell'alta espressione di gioco degli azzurri, che hanno migliorato la loro identità tattica e non hanno perso l'aggressività dopo la partenza di Higuain. «Una pagina cancellata», l'ha definita Maggio. Una pagina strappata perché l'argentino non si è fatto più sentire. Come ci ha ricordato la signora Totti, anche nel calcio ci sono piccoli uomini.