Milan, Maldini dice no ai cinesi:
«Non c'erano premesse per team vincente»

Paolo Maldini
Paolo Maldini
di Redazione Sport
Martedì 11 Ottobre 2016, 16:57 - Ultimo agg. 21:26
3 Minuti di Lettura
«Mi è stato proposto il ruolo di direttore tecnico, prima di me è stato ingaggiato un direttore sportivo di fiducia dell'amministratore delegato, quindi, secondo l'organigramma societario che mi è stato presentato, avrei dovuto condividere qualsiasi progetto, acquisto o cessione di calciatore con il mio parigrado ds. A mia precisa domanda su cosa sarebbe successo in caso di disaccordo, mi è stato detto dal Sig. Fassone che avrebbe deciso lui. Detto questo, non credo ci fossero le premesse per un team vincente». Lo dice l'ex capitano del Milan Paolo Maldini in un comunicato su Facebook dove spiega i motivi del suo rifiuto alla proposta di Sino Europe Sports di tornare nel club rossonero in qualità di direttore sportivo. «Non ho mai chiesto un ruolo 'alla Gallianì, ovvero di amministratore delegato con pieni poteri - aggiunge Maldini -. So quali sono le mie virtù, ma conosco ancora meglio i miei limiti; l'area di mia competenza deve essere quella sportiva».

«Io ho fatto parte di squadre che hanno fatto la storia del calcio e so che per arrivare a quei risultati ci deve essere una grandissima sinergia tra tutte le componenti societarie, investimenti importanti e ruoli ben definiti - prosegue la leggenda rossonera -. Le ultime stagioni del Milan con il doppio amministratore delegato e ruoli sovrapposti dovrebbero essere d'insegnamento. Naturalmente mi sarei dovuto prendere, agli occhi dei tifosi, della stampa e della proprietà, tutta la responsabilità della parte sportiva, con la possibilità di essere escluso da ogni potere esecutivo».

Maldini sottolinea come la sua rinuncia non sia dovuta a problemi economici: «Il Milan è sempre stato per me un affare di cuore e passione, la mia storia, quella di mio padre e quella dei miei figli lo dimostrano e nessuno potrà cancellare questo nostro legame con i colori rossoneri. Non ho avanzato richieste economiche, ho ribadito fin dal primo incontro che la definizione del ruolo fosse la chiave basilare di una possibile collaborazione. Come potrei quantificare una proposta quando non sono stabilite con chiarezza le responsabilità? Ho fatto presente che avrei dato tutto me stesso per un progetto serio che mi avesse visto in un ruolo importante, che non avrei mai accettato per essere utilizzato come la semplice bandiera».

«Rimane l'amarezza di questi giorni per un sogno che è svanito e rimangono le polemiche strumentali che non mi hanno certo fatto piacere. Io difendo il diritto delle persone a capo di società importanti come il Milan di poter scegliere i propri collaboratori in base ai criteri a loro più idonei, anch'io farei la stessa cosa nella loro posizione, ma ribadisco anche che i miei valori e la mia indipendenza di pensiero saranno per me sempre più importanti di qualsiasi impiego», conclude Maldini.


«Siamo dispiaciuti della decisione di Paolo Maldini in merito alla nostra proposta, poiché crediamo fermamente che presto si renderà conto di quanto il nostro progetto per AC Milan sia vincente»: lo dichiara in una nota Sino-Euro Sports, la capofila della cordata cinese in procinto di acquistare il Milan, commentando la decisione dell'ex capitano rossonero di rifiutare il ruolo di direttore tecnico. «Per quanto concerne le voci relative al futuro Consiglio di amministrazione di AC Milan, SES intende chiarire che la questione non è al momento all'ordine del giorno - si legge ancora nel comunicato -.
La priorità per SES è ora il closing dell'acquisizione di AC Milan».
© RIPRODUZIONE RISERVATA