Napoli, il calcio ai piedi delle donne:
«È difficile, ma qualcosa sta cambiando»

Napoli, il calcio ai piedi delle donne: «È difficile, ma qualcosa sta cambiando»
di Gennaro Arpaia
Giovedì 19 Ottobre 2017, 09:00 - Ultimo agg. 10:04
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Non solo gli azzurri di Maurizio Sarri, quelli più famosi. Perché il calcio a Napoli conosce mille modi per affermarsi, sfaccettature diverse, ad ogni livello. E chi l’ha detto che una donna non possa passare dai tacchi ai tacchetti per calcare i campi? È quello che nel 2010 si chiesero i dirigenti della Virtus Partenope, ormai «storica» società del napoletano che da sette stagioni regala spazio ed opportunità al calcio femminile della Regione.

Dal 2012 la presidentessa Raffaella Esposito è a capo di una società che è nata, vive ed opera nell’area orientale di Napoli e investe sulle giovani calciatrici. «Proviamo a dare nuova linfa a tutto il movimento femminile. Non è facile, c’è poca sinergia con le altre realtà femminili sul territorio e nel resto del Paese. Già da qualche tempo, però, anche le grandi squadre come la Juventus hanno cambiato rotta lanciando le donne nel calcio, speriamo possa muoversi qualcosa anche qui». Il Napoli ci ha provato, ma quella femminile resta una realtà ancora lontana dai piani societari del primo club cittadino.
 


Eppure, negli ultimi anni, la Virtus Partenope, così come le altre poche società sul territorio, hanno fornito al bacino napoletano tantissime calciatrici di ottimo livello. «Il nostro lavoro è uguale a quello fatto nel calcio maschile», ci conferma il Direttore generale Federico Sito. «In estate stiliamo un calendario, affrontiamo il calciomercato, cerchiamo di rispettare i nostri obiettivi. Io provo a far funzionare tutto ciò di cui abbiamo bisogno». La squadra è approdata in Serie B e manterrà la categoria, viste le nuove norme di un campionato in cui, per quest’anno, non ci saranno retrocessioni. Nello stesso girone anche il Napoli femminile, altra formazione importante per la realtà napoletana, così come la Roma, la Lazio, il Catania, società che curano al meglio ogni aspetto del mondo calcistico delle donne. 

Ma quanto è difficile essere una giovane calciatrice in una città che guarda solo agli uomini del pallone? «Fino a qualche anno fa lo era di più, oggi le cose sono cambiate e un po' si sono evolute» ci racconta Anna Riccio, difensore della VP e volto storico della squadra con cui milita sin dai primi calci. «Facevo danza, ma mi è sempre piaciuto il calcio. Preparavo la borsa e poi ci infilavo dentro le scarpette, così scappavo a giocare nel campetto che c’era dietro la scuola di danza». Un amore, quello per il calcio, che colpisce ad ogni età. «Ci divertiamo, ma per noi è davvero difficile» il pensiero di Martina Tozzi, giovanissima attaccante della squadra napoletana. «Se guardiamo agli altri paesi europei notiamo come sono avanti nella crescita del nostro movimento. Non è un problema napoletano, ma italiano. Noi ce la mettiamo tutta per scendere in campo il più possibile e guadagnarci l’attenzione che meritiamo».

 

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