Piano Sarri: «Trattenere i più bravi
oppure finisce un ciclo»

Piano Sarri: «Trattenere i più bravi oppure finisce un ciclo»
di ​Roberto Ventre
Domenica 30 Aprile 2017, 10:33 - Ultimo agg. 13:35
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«Io ho un contratto, non vedo dove sia la problematica»: la prima risposta di Sarri non lascia spazio a dubbi sulla continuità del suo percorso a Napoli. Discorso sul futuro che però si accende quando il tecnico (sotto contratto con un'intesa che nel 2018 prevede una clausola di uscita con pagamento di una penale di 8 milioni e una a discrezione del club di un milione) allarga il concetto. «Ho un contratto e mi sono messo a disposizione, se poi il presidente non sarà contento io rassegno subito le dimissioni», una riflessione che conferma quanto Sarri ci tenga ad avvertire la piena fiducia della società per portare avanti con entusiasmo il suo lavoro. Ma il vero punto chiave riguarda il progetto tecnico del prossimo anno ed è su questo che Sarri lancia un segnale chiaro, forte a De Laurentiis. «Se non sarò contento io il presidente mi ascolterà. E questo lo dirò il 31 agosto perché poi c'è da dare un proseguimento al progetto che non riguarda solo l'allenatore ma anche tutti i ragazzi che lo rappresentano. Se il presidente ha questa volontà, questa è la mia». Il proseguimento del progetto riguarda innanzitutto la riconferma di Mertens che sta molto a cuore a Sarri: Dries rappresenta un elemento chiave per il Napoli del prossimo anno e il tecnico non ha nessuna intenzione di perderlo. «Su Martens la penso come su Insigne, sono dei giocatori che rappresentano in maniera forte e particolare questo ciclo. Quindi, se ne fanno parte bene, altrimenti vuol dire che il ciclo è finito». Progetto che dovrà riguardare anche i prossimi movimenti di mercato e più in generale l'ulteriore crescita sotto altri aspetti del club. «La penso come la settimana scorsa: in questo momento lo scudetto dalla società non è programmabile, ma si può sognare», ha precisato Sarri sull'argomento.

La corsa Champions. Il confronto tra presidente e allenatore ci sarà più avanti con la speranza comune di essere riusciti a raggiungere sul campo il secondo posto che vuol dire Champions League diretta senza passare per i preliminari di agosto. Corsa che vive proprio oggi una giornata decisiva: la Roma è impegnata nel derby di pranzo contro la Lazio, il Napoli gioca al Meazza contro l'Inter. «Noi dobbiamo credere di poter vincere tutte le singole partite, la nostra convinzione feroce dovrà andare in questo senso questo. Può darsi che non ci consentirà alla fine di essere secondi ma questo dovrà interessarci meno perché poi non dipenderebbe da noi». La prima partita da vincere sarà stasera al Meazza contro l'Inter che viene da risultati negativi, ha vissuto giorni particolari, con un ritiro lungo alla Pinetina. Insomma, un'avversaria sicuramente arrabbiata. «L'Inter con Pioli ha fatto un ottimo percorso tranne una flessione nelle ultime partite, può darsi che stasera abbia una reazione importante essendo una squadra forte. Quindi, è una partita difficoltosa: chi va a giocare al Meazza contro l'Inter non può aspettarsi una partita semplice». Grande attesa per il duello tra Icardi e Mertens. «Quando si parla di giocatori così importanti è evidente che possano andare a incidere sulla partita in maniera determinante e lo hanno dimostrato ripetutamente. Anche se a me non piace mai racchiudere le partite a uno scontro tra due giocatori o tra due allenatori».

I difetti. Il Napoli deve limitare il numero di gol al passivo. Questo l'aspetto da migliorare per il salto definitivo nella corsa scudetto, insieme alla gestione della partita nei momenti di vantaggio nel risultato. Sarri lo dice in maniera chiara, sono questi i difetti da correggere per diventare definitivamente grandi. «Dobbiamo trovare il modo di subire meno gol, una decina in meno all'anno. È chiaro che c'è una componente mentale: la squadra è abituata a comandare il gioco e quando lo fanno gli altri andiamo in difficoltà ma soprattutto bisogna crescere nella gestione. Bisogna migliorare quando abbiamo in mano le partite e arriva qualche errore di troppo». L'ultimo step di crescita per il tecnico, il quale sottolinea però gli altri passi avanti fatti dal Napoli: «La squadra è cresciuta sotto tanti punti di vista: ha una reazione diversa alle situazioni negative e un approccio diverso alle partite e ora c'è una cattiveria superiore». Poi aggiunge. «Il premio Bearzot? Sarei stato più contento di vincere il premio con il Sassuolo, meritavamo la vittoria. Abbiamo lasciato spesso punti in partite sotto controllo per 85 minuti su 90».

Le scelte. Qualche dubbio stavolta riguarda soprattutto il centrocampo: Sarri si affiderà più al palleggio o più alla fisicità? «Un po' e un po'», risponde. I ballottaggi riguardano Jorginho-Diawara e Allan-Zielinski. Sarri li lascia aperti tutti confermando che c'è solo un intoccabile nel reparto e cioè Hamsik. «Diawara dopo aver speso tanto ha avuto una leggera flessione ma ora è tornato ai suoi livelli. Zielinski ha disputato gli Europei e ha pagato la disabitudine a giocare 60 partite ma anche lui è in crescita. Rog fino al giovedì dico sempre che giocherà. È la zona di campo dove abbiamo più soluzioni: sei giocatori forti e un fuoriclasse assoluto Hamsik che se c'è bisogno riposa solo l'ultimo quarto d'ora». In difesa il dubbio è tra Strinic e Ghoulam. Riconferma per la coppia centrale Albiol-Koulibaly, anche se Sarri elogia Maksimovic, ma in chiave futura. «Su Maksimovic crediamo molto, è stato voluto dal direttore e da me. In questa stagione la linea difensiva più solida è con Albiol e Koulibaly e devo tenerne conto, ma la mia stima verso di lui non cambia e diventerà un pilastro di questa squadra. Ha grande fisicità, visione di gioco e anche rapidità».
 
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