Roma, Di Francesco punta sui big:
«Mi aspetto orgoglio e cattiveria»

Roma, Di Francesco punta sui big: «Mi aspetto orgoglio e cattiveria»
di Gianluca Lengua
Venerdì 17 Novembre 2017, 14:04 - Ultimo agg. 18 Novembre, 17:00
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Alla vigilia del derby Eusebio Di Francesco non dà punti di riferimento sulle condizioni di Radja Nainggolan: «Lo schiererò solo se sarà al 90% della condizione fisica, mi auguro che tra oggie domani mattina mi dia delle risposte giuste perché vorrei farlo giocare». Più chiarezza anche sul tema Schick: «Non sarà convocato. Ha una fibrosi muscolare, rischia di farsi male da altre parti. Dobbiamo portarlo al top per farlo rientrare e avere subito un percorso di campo. Non tutti reagiscono allo stesso modo, fisicamente ed emotivamente». Ecco le dichiarazioni del tecnico in conferenza stampa: 
 
Delusione mondiale. «Due sono romani e romanisti (Florenzi e De Rossi ndc) e sentiranno ancora di più questa gara. Spero si possano rifare della delusione mondiale e di mettere in campo la cattiveria e l’orgoglio che contraddistingue i calciatori di Roma». 
 
Nainggolan e Schick. «Quando si torna dalla Nazionale qualche problemino c’è sempre. Solo ieri ci siamo allenati con il gruppo al completo. Tra oggi e domani deciderò se Nainggolan sarà disponibile per il derby. Schick rientrerà con la squadra ad allenarsi quando riferirà di stare bene, altrimenti non si allena. A differenza di tanti calciatori lui può essere importante nel derby, lo schiererò solo se sarà al 90% della condizione fisica, mi auguro che tra oggi e domani mattina mi dia delle risposte giuste perché vorrei farlo giocare». 
 


 
Un messaggio a chi andrà allo stadio. «Lo sport deve unire e non dividere. Che mi auguro che vinca la Roma è sicuro. Qualche giorno fa mi ha colpito l’affetto che c’è stato attorno a Gabriele Sandri, questo per me è lo sport. Spero sia una festa di sport e di civiltà e che vinca la Roma». 
 
Primo derby. «Non è mai una partita come le altre. Da allenatore sarà ancora più dura da vivere, il calciatore ha la fortuna di mettere in campo tutto. Da allenatore spesso dipendi più dagli altri, quindi sarà più difficile per me. Sono contento di potermela giocare, tra due squadre che stanno vivendo un ottimo momento».
 
La Lazio. «Per aver fatto i punti che ha fatto significa che ha creato difficoltà a tutti. Hanno grande capacità di andare in verticale con Immobile che ha una qualità impressionante di attaccare la profondità, lo ha fatto anche con l’Italia. Dobbiamo tenerne conto, è l’arma in più della Lazio per i gol e gli assist. Sono numeri davvero importanti».
 
Kolarov. «È tranquillo, l’altra volta mi sono fatto male al ginocchio e lui mi ha fatto una battuta “guardi che io ho giocato con la Lazio, non lei!”. Sarà una partita particolare per lui, ma ha grande forza e personalità e sono convinto che la affronterà nel modo giusto».
 
La classifica. «Il derby inciderà, ma voglio toglierlo dalla classifica. È una partita unica, diversa dalle altre, che potrebbe darci il là ma giocheremo per i tre punti al di là di tutto. La Lazio è bravissima nelle ripartenze e dobbiamo stare attenti, ma neanche dobbiamo snaturarci».
 
Schick. «Non ha dolore, è in crescita. Ha una fibrosi muscolare, rischia di farsi male da altre parti. Dobbiamo portarlo al top per farlo rientrare e avere subito un percorso di campo. Non tutti reagiscono allo stesso modo, fisicamente ed emotivamente. Io ho chiesto ai dottori di darmelo solo quando lui riferisce di essere al top. Lui si sta allenando, ha fatto anche qualcosa con il gruppo ma non con il pallone. Sta migliorando, sta bene ma lo voglio in condizioni ottimali».
 
Le riforme. «La prima è quella sulle seconde squadre. Se vogliamo far crescere i giovani senza l’alibi degli stranieri, dobbiamo lavorarci di più. Per avvicinarli di più fisicamente e caratterialmente a una prima squadra bisogna fare così. Giocando nelle seconde squadre potrebbero fare già il salto di qualità. Il bello della vita e del calcio è che la partita successiva ti dà sempre il modo di rifarti. Dalle grandi sconfitte nascono le grandi vittorie. Per gli italiani mi auguro possa essere una motivazione. Con De Rossi ci ho parlato, ma sono cose nostre. C’è una grande dispiacere per la mancata qualificazione, io cerco di motivarli per quello che è la Roma. Hanno grande voglia di rifarsi».
 
Firmare per il pareggio. «Non direi mai una cosa del genere ai miei giocatori. Affronterebbero la partita in maniera meno aggressiva, è come se mi avessi chiesto di pareggiare col Napoli. Stiamo crescendo insieme in un certo percorso e non lo cambierò neanche in questa partita. Poi vedremo se andrà bene, ma non dirò mai di partire per pareggiare una partita. Bisogna dare una mentalità in tutte le situazioni».
 
Pur di vincere un derby. «Io niente, già mi hanno chiesto qualche scommessa. Io non sono in condizioni di fare niente, magari qualche quiz o giochino tra di noi. Farò di tutto per poterlo vincere, tirando fuori tutto quello che abbiamo. È doveroso nei confronti del nostro pubblico, aver riportato tanta gente allo stadio è un grande segnale e non li vogliamo deludere. Di promesse particolari non ne voglio fare e non ci ho neanche mai pensato».
 
Simone Inzaghi. «Lui è più giovane di me il mio percorso rispetto al suo è stato differente. Gli ho fatto i complimenti per come ha gestito il gruppo e l’ambiente e come è entrato nella testa dei calciatori. Ci sono dei punti in comune dal punto di vista della gestione. Ha fatto cose importanti da allenatore. Come allenatore della Nazionale non ho preferenze mi auguro solo che si inizi a lavorare in un certo modo, sono importanti gli obiettivi e creare maggiori infrastrutture. Un nome? Troppo facile dire Ancelotti, sarebbe una garanzia. Io non devo pubblicizzare nessuno».
 
Dimissioni Tavecchio. «Parlare della nazionale è come sparare sulla croce rossa. Ognuno di noi è padrone del destino e delle scelte. Si sarebbe potuto anche dimettere, ma sono più curioso di sentire i programmi. Ho da pensare ad altro, mi interessa in maniera relativa. Sono cose che vano affrontate nelle sedi opportune, bisogna vedere se realmente le cose si porteranno avanti. Mi auguro che non diventi politico, ma più concreto. Un po’ di settimane fa ho parlato del calcio italiano, ho detto che siamo indietro ad altri di qualche anno e tutto torna». 
 
Gerson. «La scelta di Nainggolan non incide sulla scelta degli altri, quello che sceglierò non dipenderà da lui». 
 
La squadra rivelazione. «Sono tutte e due lì con merito. La Lazio negli ultimi anni ha sbagliato pochissimo, hanno fatto un ottimo lavoro in questi anni. Prendo Milinkovic-Savic, Immobile che è un giocatore importante. Hanno sempre fatto gli acquisti giusti o rigenerato giocatori come Luis Alberto che nessuno pensava potesse essere così decisivo. Sono squadre che se la giocano alla pari, non c’è una favorita a livello tecnico».
 
Ct dell’Italia. «Non ho preferenze, sono più importanti gli obiettivi. Creare più infrastrutture, poi ci sono tanti allenatori bravi. Troppo facile dire Ancelotti, sarebbe una garanzia, ma non devo pubblicizzare nessuno. Se devo dire che mi piace Ancelotti lo dico che mi piace».
 
Lo stile Roma. «Lo stile Roma va costruito prima dall’alto, da una società che vuole fare le cose come si deve anche nella scelta di prendere un allenatore che ha riportato la romanità e mi inorgoglisce.
Io mi sento perfettamente integrato e mi sento veramente della Roma. Per poter avere senso di appartenenza bisogna sentirle certe cose e i cerco di trasmetterlo alla squadra e all’ambiente circostante, essere più positivi possibile e portare entusiasmo e amore attorno a questa squadra». 

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