Roma, la curva lo incita ma Iturbe rimane un problema

Roma, la curva lo incita ma Iturbe rimane un problema
di Alessandro Angeloni
Giovedì 29 Settembre 2016, 23:18
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Che cosa gli frullerà nella testa? Chissà cosa pensa oggi Iturbe di se stesso, della Roma, di dove e come vive questo momento, di come sta giocando, se mai tornerà un calciatore degno di questo nome e degno dell'investimento fatto per lui? Manuel è un problema, come disse una volta Sabatini di Borriello. Quel problema, Borriello, è andato via lentamente dalla Roma: prestiti vari fino ad aspettare la fine del contratto. Iturbe è un problema ma è qui, ma non dà cenni di ripresa: sembra un calciatore sfinito, impotente, uno che rimbalza contro un muro. Ce la mette tutta, ma non gli riesce quasi nulla. E' pure sfortunato. E quando lo vedi - come nella gara contro l'Astra - addormentarsi su un passaggio a centrocampo, capisci che bisogna fare qualcosa. Presto. Siamo arrivati al punto in dici ciò che pensi quando uno studente si prepara giorno e notte, poi all'interrogazione non va oltre il 5. E' difficile. La Roma ha scelto di tenerlo per recuperalo o per valorizzarlo, ma le occasioni sono rare e le sue razioni quasi impalpabili. Guardi Roma-Astra e pensi che nemmeno l'abbia giocata male, perché si è battuto, non ha mai tirato via la gamba, ha corso per novanta minuti, ma poi quando bisogna tirar fuori il guizzo, riecco la caduta. A fine partita anche un'occasione da gol, perfettamente lanciato da Totti. Ma è rimbalzato su se stesso nel cuore dell'area. Non ci siamo. Chissà se altrove, questo ragazzo potrà ritrovare l'anima. Qui si sta spegnendo. La curva gli canta: «Iturbe facci un gol, la curva sud te lo grida in coro». Uno slogan dei tempi di Pruzzo. Presa in giro o coro di incitamento? Il confine è labile. 
 
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