Roma, Ruediger ammette:
«Insigne è davvero immarcabile»

Roma, Ruediger ammette: «Insigne è davvero immarcabile»
di Redazione Sport
Giovedì 25 Maggio 2017, 12:24 - Ultimo agg. 13:23
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Chi è stato l'avversario più difficile da affrontare? Rudiger non ha dubbi: «Lorenzo Insigne». Questa la risposta che il difensore della Roma ha dato in un'intervista concessa a L'Ultimo uomo. «Non riuscivo a prenderlo - ha confessato -  È un giocatore molto intelligente. Conosce la mia fisicità e sa che non ha nessuna speranza se si allunga la palla. Per questo ha giocato quasi sempre a un tocco contro di me: non riuscivo a prenderlo. Toccava il pallone solo una volta e poi se ne andava dalla mia zona. Il fatto è che lui ha un baricentro basso e quindi è più stabile di me. Io sono molto atletico e veloce, ma se lui si sposta lateralmente, I’m dead».
Poi ancora.  «Cosa manca alla Roma per raggiungere la Juventus? Prima di tutto è evidente la qualità dei loro giocatori. La seconda cosa è che hanno la mentalità vincente. Ma la cosa più importante è Torino. Roma è diversa, lo sappiamo. Sono passati 16 anni da quando la Roma ha vinto lo scudetto. Quindi le aspettative delle persone sono molto alte». È questo il punto di vista di Antonio Ruediger riguardo al gap che ancora separa la squadra giallorossa da quella bianconera.
Per il difensore della Roma, intervistato dalla rivista online 'l'Ultimo Uomò, l'esempio lampante del discorso è legato a quanto avvenuto nel passato campionato. «La scorsa stagione, all'inizio, noi abbiamo vinto tutto e la Juve invece ha perso qualcosa come otto partite, nonostante alla fine abbia vinto il campionato facilmente. Se lo stesso fosse accaduto a Roma sarebbe stato... E invece lì non è successo niente. Ma io non mi sento sotto pressione, faccio sì che la pressione non arrivi a me - sottolinea il giocatore tedesco -. Ogni giocatore ha una mentalità diversa: alcuni se ne curano, e quindi si sentono sotto pressione e non riescono ad essere al 100%. È una cosa importante, penso: se puoi lavorare senza che le persone ti disturbino diventa tutto più semplice». Insomma Ruediger in campo difende la Roma, mentre fuori si difende da Roma. «Non è importate se mi piace o no. Conta se tu ci fai caso, se la tua testa è concentrata su quello che pensano gli altri. Io non sono così, ma non significa che non mi interessi. Io la chiamo protezione. Sto solo proteggendo me stesso. Perché se inizi a pensare a ciò che dicono gli altri poi non puoi giocare a calcio».
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