Roma, Spalletti rilancia dopo il Porto
«I miei ragazzi meritano altra chance»

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti
di Gianluca Lengua
Sabato 27 Agosto 2016, 12:50 - Ultimo agg. 17:37
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L’imperativo è vincere per ritrovare la sicurezza nei propri mezzi: Luciano Spalletti lo sa bene, la squadra dovrà portare a casa i tre punti contro il Cagliari offrendo una prestazione convincente sotto tutti i punti di vista. Domani sera al Sant’Elia potrebbero esserci degli stravolgimenti di formazione partendo dall’attacco con l’impiego non ancora certo di Edin Dzeko, torna a disposizione Florenzi, mentre Juan Jesus è vicino al forfait. Ecco le parole di Luciano Spalletti in conferenza stampa.
 
Emergenza terremoto. «Momento di tristezza infinita per quello che è successo. Il 3 settembre ci sarà l’amichevole col San Lorenzo e tutto l’incasso sarà devoluto in beneficenza. È stata poi riattivata la piattaforma ‘Football Cares’ dove i miei colleghi del calcio possono mettere all’asta degli oggetti personali. Il devoluto verrà dato alle famiglie che stanno attraversando questo brutto momento».
 
Infortunati. «Torosidis non sarà convocato, Totti neanche per un problema alla caviglia sinistra, c’è da valutare Juan Jesus che ha preso una botta ed è stato portato all’ospedale. Il medico mi ha tranquillizzato perché ieri lo avevo visto male, oggi farà allenamento a parte e vedremo se c’è la possibilità di usarlo domani».
 
Come ripartire dopo il Porto. «Nel calcio è importante vincere, ma a volte è più importante resistere alle sconfitte e crearsi nuovi obiettivi per le vittorie. Sappiamo qual è il nostro mondo, di questo risultato bisogna farne tesoro e imparare, ce lo porteremo dietro ma adesso dobbiamo pensare ai nuovi obiettivi».
 
Il Cagliari. «Rastelli ha messo su una squadra forte, prima di tutto perché la sa far giocare in più modi, l’anno scorso ha vinto il campionato con il centrocampo a rombo, in trasferta a Genova stava vincendo poi dei calciatori importanti del Genoa gli hanno decretato la sconfitta. Giocano un buon calcio, sarà una partita come le altre da vincere proponendo qualcosa di meglio».
 
Difesa a tre. «Le ipotesi ci sono sempre. Quando si ha una rosa con diversi buoni calciatori le possibilità vanno tenute di conto. Non vedo una situazione da dover buttare all’aria tutto. Sulla difesa a tre ci abbiamo lavorato ma non riguarda la partita di domani».
 
Dzeko. «Abbiamo tutti ruoli doppi, a parte che mancherà Francesco, entrerà Ricci che è un buon calciatore. Le rotazioni si fanno in funzione del bene della squadra e sono tutte possibili. A me non sembra che Dzeko abbia fatto male, gli altri si meriterebbero un po’ di attenzione. Quindi devo ancora decidere».
 
Ripercussione psicologica post Porto. «Basta partecipare, guardare ed essere dentro e si vede che i miei calciatori sono in movimento. Si sono fermati un attimo lì, ma vogliono impegnarsi e non hanno dimenticato quello che è stato il lavoro e l’impegno del periodo precedente. Meritano un’altra chance. Quella partita è figlia di episodi, non si può fare una valutazione obiettiva di quello che è successo, vogliamo attraversare questo momento e i miei calciatori sono dei professionisti e hanno messo alle spalle quel momento, portando dietro quello che ci ha insegnato. Perché è stata una sconfitta importante.
 
Mentalità. «La mentalità è quella cosa che va al di là di vittorie o sconfitte. Si usa attraverso il buon senso, l’impegno, il movimento giornaliero continuo. La mentalità non è vincere sempre ma impegnarsi sempre. La Roma ha una mentalità, un modo suo, di guardare a quelli che devono essere gli obiettivi. Io sono contento di quello che stanno facendo i nostri calciatori. Sono orgoglioso di quanto fatto fino a qui, chiaro che abbiamo commesso errori, io in primis. Dobbiamo continuare a lavorare, gli errori si possono commettere. A volte nell’esagerazione uno rischia di credere di parlare di un altro ma in realtà racconta se stesso».
 
Le scelte. «Non mi ha mai dato benefici tornare indietro, posso solo analizzarlo il passato. Se il risultato è questo ho commesso degli errori, ci ho passato delle ore a pensarci, condivido con quelli che ho vicino i miei pensieri, mi dispiace e c’è rammarico, ma il risultato rimane questo. Adesso cerchiamo di dare un contributo per ridare altri stimoli e obiettivi. Non si guarda indietro. La formazione quando si perde la sbaglio sempre, la squadra è fatta da buoni calciatori, ho la possibilità di scegliere perché ho in tutti i reparti doppi ruoli. Ho delle responsabilità e me le prendo come fate voi, ci sono i risultati per tutti. Poi quando si arriva in fondo all’anno si farà la conta dei risultati, delle posizioni e si andrà a discutere in maniera precisa e dettagliata. Poi si prenderà una decisione».
 
Strootman. «Con Kevin non è che ci sia la partita e l’addizione delle partite che svolgerà. C’è il come si sente, quello che fa in allenamento e la valutazione dello staff medico. Teniamo monitorato tutto e non da alcun sintomo di dover metterci mano. Mi sembra che i tifosi abbiano apprezzato quando la squadra è rimasta in nove e lui è stato uno di quelli che ha fatto molto bene, dobbiamo andare in quella direzione li. Lo farò giocare anche domani».
 
Szczesny. «Inizialmente ho fatto giocare Alisson perché Szczesny aveva bisogno di qualche giorno in più di preparazione, l’ho fatto giocare perché conoscevo il suo valore mentre Alisson dobbiamo ancora conoscerlo. Ogni giorno valuto e loro si devono abituare a questo, ad essere stimolati e dare il meglio di giorno in giorno».
 
Critiche De Rossi. «Daniele sta bene, ha fatto vedere di essere in buona condizione come ci aspettavamo da una possibile prestazione sul campo.

Lui è il primo ad essere dispiaciuto e ad essersi preso delle responsabilità perché conosce quello che è successo. Quando si è calciatori di questo livello e si tiene ai risultati della Roma si prende un carico maggiore per quello che è stato e per quello che vuole essere per il futuro della Roma. Si spiega male perché una delle valutazioni che deve fare un calciatore è di rimanere in undici fino alla fine. Se ci può essere una scusante lui si gira un po’ e perde di vista la vicinanza con l’uomo. Dobbiamo pagarne le conseguenze, però, va lasciato lì. Bisogna andare avanti e forse è dipeso dal fatto che si teneva troppo a questo incontro. Può succedere, ma noi ci teniamo a De Rossi e al suo futuro come possibilità di sanare e mettere a posto tutto».

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