Roma, l'orgoglio di Spalletti:
«Anche senza tifosi percepiamo la romanità»

Roma, l'orgoglio di Spalletti: «Anche senza tifosi percepiamo la romanità»
di Gianluca Lengua
Sabato 3 Dicembre 2016, 13:54 - Ultimo agg. 16:59
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Vincere per conquistare la supremazia cittadina: anche se domani all’Olimpico non ci saranno i tifosi della Roma, Luciano Spalletti non dispera e focalizza tutte le energie nello schierare la migliore formazione, tenendo segreto quel 1% di vantaggio concesso dall’infortunio di Salah. «Non abbiamo bisogno di conferme o di spinte superiori. Il fatto di avere questa seconda pelle che sia vicina o che sia distante la percepisci lo stesso, noi ci sentiamo tutto quel peso dell’importanza che ha il far parte della Roma». Ecco le parole del tecnico alla vigilia di Lazio-Roma.
 
Infortuni. «Manolas ed El Shaarawy sono in gruppo e faranno tutto l’allenamento. Paredes e Salah sono a parte, Florenzi e Nura continuano nel percorso riabilitativo». 
 
Il derby. «Inzaghi è stato bravo con i suoi ragazzi a creare un derby d’alta classifica. Le due squadre stanno facendo bene è un confronto che vale molto. Ci sono anche altre avversarie e l’esito diventa insidioso, ma avere molte squadre che mirano ed hanno ambizioni importanti rende il tutto più affascinante e non può che goderne lo spettacolo».
 

 
Cambio modulo. «Qualsiasi modulo, vuole che si giochi a calcio. La Roma ha fatto vedere di saper cambiare l’anno scorso in un modo, quest’anno in un altro. Per lunghi tratti ha fatto bene, Salah è il campione nel partire e andare sopra, ma la Roma sa giocare anche basso. Dobbiamo essere convinti che i nostri comportamenti saranno quelli che decideranno come andranno le cose».
 
Avanzamento di Bruno Peres. «Ci sono anche le possibilità di Iturbe e Totti. La formazione oggi è dura darla con il gioco delle percentuali. Ho l’1% in mano io e lo tengo». 
 
L’assenza del pubblico. «Tutti quelli che lavorano qui vivono nella completa romanità dal lunedì al sabato, compresa la domenica sia che vengano o non vengano allo stadio. La romanità è uno stile di vita, è un modo di salutarsi e incontrarsi. Non abbiamo bisogno di conferme o di spinte superiori. Il fatto di avere questa seconda pelle che sia vicina o che sia distante la percepisci lo stesso, noi ci sentiamo tutto quel peso dell’importanza che ha il far parte della Roma». 
 
Partita speciale. «Si vince come le partite normali, smuove due classifiche che è quella del campionato italiano e dell’eterno confronto. Da un punto di vista mio non riguarda solo il derby, ma anche il calcio in generale. In questa settimana ho guardato immagini, ho sentito frasi e discorsi che cercano di motivarti. Per me, per il mio passato, per quello che assorbo di più, se penso alle cose che mi motivano e mi fanno piacere, il pensiero va subito al video di Allan della Chapecoense quando prima di andare a giocare la finale dei loro sogni, sono lì a farsi il video a sorridere, che trasmettono questo entusiasmo di andare a giocare una partita che mai si sarebbero immaginati di giocare. E questo ti crea quell’emozione e quella qualità di cui il calcio ha bisogno. Quella è l’immagine che mi rimane più impressa, altre mi passano più velocemente. Quella che mi fa più piacere vedere e sentire, che mi dà voglia di arrivare dove erano arrivati loro, pensando che tutto si svolge dietro a un pallone. Non ci sono razze, c’è un pallone nel calcio”.
 
Giocatori romani. «Dipende da come si vincono le emozioni, se si mantiene la lucidità. Se respirando per tutto l’anno il coinvolgimento sentimentale che ti dà questa partita, rischi di andare in over. Sono sempre le qualità dei calciatori che fanno la differenza, la personalità di valutare quello che sta in mezzo come qualcosa di superare ma non ad ogni costo, sempre con razionalità e ragionamento, una solidità mentale».
 
La mentalità. «È una partita difficile ma la Roma ha le carte in regola per giocarlo alla pari e portare a casa il risultato senza far si che l’addizione dei calciatori ci metta un’altra addizione. Basta essere se stessi, avere personalità, fare le cose giuste, a volte passare da bischeri e far credere che sei così e ti faccio capire che te l’ho concesso». 
 
Il valore della partita. «Tutte le attenzioni ora vanno solo a questa qui, è una partita importantissima, ci smuove due classifiche e vale tanto. Noi gli creeremo l’attenzione che vuole la partita. È chiaro che fino a tre giorni fa dovevamo darla anche alle altre partite. Noi della Roma abbiamo due passioni e in questo momento, ne esercitiamo solo una. Abbiamo due grandissime passioni, ora tutte le attenzioni vanno al derby. Fino a che ci sarà il Colosseo la Roma ci sarà e penso che di conseguenza ci sarà il derby e la squadra avversaria». 
 
Il carattere. «Se abbiamo dei cali di tensione e se spesso i risultati non vorremmo e loro sono bravi qualcosa che non torna c’è perché siamo un punto sopra. Che loro abbiano fatto tutto bene e noi tutto male qualcosa stona. Bisogna migliorare sotto certi aspetti, ma io amo i miei calciatori e nell’amore qualche volta c’è quello che non va bene. I miei calciatori di volta in volta miglioreranno quello che non va bene. Rivedendo le partite spesso si vede che in alcuni momenti scelgono male, ma poi non hanno fatto nella totalità. Scelgono male il dettaglio. Vogliamo determinare una storia importante e bisogna fare cose importanti e c’è bisogno di fare risultati sotto ogni comportamento individuale. Lazio favorita? Ci fa piacere, perché sarà uno stimolo in più per avere il livello di confronto». 
 

 
Vermaelen. «Thomas è un centrale e che siccome sa giocare palla ed ha frequenza di passo può giocare da tutte le parti. Sta bene, ha fatto degli allenamenti dove ha messo in discussione i problemi in maniera serie e se venisse scelto saprà fare la sua parte».
 
Attaccare bene, difendere bene. «È importante fare tutto, la scelta dei momenti è fondamentale. Non puoi far andare tutto in una direzione, gli avversari sanno stare in campo e avere la personalità di scegliere il mio». 
 
 
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