Lucarelli: «Parma pulito, se qualcuno
ha sbagliato lo attacco al muro»

Lucarelli: «Parma pulito, se qualcuno ha sbagliato lo attacco al muro»
di Pino Taormina
Venerdì 14 Aprile 2017, 10:17
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«Noi venduti? Fuori le prove. Metto la mano sul fuoco per tutta la squadra del Parma e, se c’è qualcuno da attaccare al muro, lo attacco io dentro lo spogliatoio». Il moto di rabbia dei giocatori del Parma esplode verso le 18, subito dopo l’allenamento nel centro sportivo di Collecchio. La squadra si raduna al gran completo e affida la sua indignazione al capitano Alessandro Lucarelli. Alle sue spalle e ai lati del tavolo il Parma al gran completo. «Era doveroso metterci la faccia. Ci stanno gettando m... addosso in queste ore. M... non su dei giocatori di calcio ma su dei padri di famiglia», esplode Lucarelli riferendosi ovviamente all’articolo del Mattino. «Dove sono i nomi? Chi ha fatto le soffiate a quelli del condominio? La nostra unica colpa è aver perso una partita. Aprite un’indagine sulla nostra partita, perché non abbiamo nulla da nascondere. Perché se c’è stato qualcosa di anomalo vogliamo saperlo noi per primi». Lucarelli, dieci anni a Parma, è rimasto lì anche dopo il fallimento e dopo la rinascita in serie D. È il simbolo di questa squadra e di questo club. «Sono il garante di questa squadra, escludo al 150 per cento che ci sia un complotto, voglio che si apra un’inchiesta, io metto la mano sul fuoco su ognuno dei miei compagni», dice Lucarelli. «Se la partita è stata venduta da qualcuno, ci devono essere le prove. Altrimenti questo polverone non ha senso. Siamo pronti a tutto: l’unica nostra colpa è di aver perso una partita che non avremmo dovuto perdere».

Il clima è teso. «Se c’è stato qualcosa di anomalo siano noi i primi a voler conoscere la verità», sbotta seccato più volte. «Voglio guardare in faccia i miei figli. Non abbiamo nulla da nascondere, non dobbiamo né vogliamo difenderci: vogliamo chiarezza», ripete infastidito alzando spesso il tono della voce. Non solo la squadra è radunata al gran completo. C’è anche la società con l’ad Carra e il ds Faggiano. «Siamo noi a sollecitare un’inchiesta. Stanno indagando ed è giusto, glieli porto io se vogliono fare domande», dice seccamente Faggiano. «Tutti questi soldi? In pratica a Pozzuoli sono arrivati 50 milioni domenica e così diventa Montecarlo. Se abbiamo fatto cose disoneste è giusto che ci impicchino in piazza», spiega ancora il ds dei ducali. Interviene Calaiò, l’ex del Napoli ora al Parma: «Abbiamo perso con il Fano e nessuno ha detto nulla, ci mettiamo la faccia». Lucarelli, dopo 25 minuti di botta e risposta, conclude: «Il problema? Sono i social, fanno più danni della grandine. Complotto? Se ora siamo qua, qualcuno vuole metterci in mezzo e ci sta riuscendo, abbiamo un campionato da vincere e vogliamo fare chiarezza per i tifosi». In mattinata, in un comunicato, il Parma Calcio 1913 aveva espresso «profondo stupore e totale disgusto» per l’articolo del Mattino di ieri. «La società è totalmente al fianco dei giocatori rispetto a voci, sospetti, accuse assurde e infamanti per uno sportivo».

Negano qualsiasi coinvolgimento anche i giocatori dell’Ancona. «Abbiamo giocato al massimo e vinto con merito una partita dominata, quella di Parma, che rappresenta una risposta soprattutto a noi stessi e poi anche agli altri. Vincere al Tardini ci ha provocato delle emozioni che nessuno ci toglierà mai e ha permesso di lasciare aperta una speranza di salvezza che sembrava insperata», dicono i giocatori al sito Tuttoancona. Si sfogano con una testata locale, visto che sono in silenzio stampa. Ma al centro delle loro accuse c’è soprattutto la loro caotica situazione societaria: «Siamo in mano a dei prestanome e a persone poco limpide, per usare un eufemismo, come peraltro segnalato agli organi federali preposti».
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