Ultrà, oggi il processo ad Agnelli. La Procura Figc: «Pena severa»

Ultrà, oggi il processo ad Agnelli. La Procura Figc: «Pena severa»
Venerdì 15 Settembre 2017, 13:04
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Dopo un'estate intera, riprende oggi al Tribunale federale nazionale della Figc (inizio alle 14:30), il processo sportivo alla Juventus e, tra gli altri, al suo presidente Andrea Agnelli. Il dibattimento, sul caso dei rapporti con gli ultrà, segue la prima seduta andata in scena lo scorso 26 maggio innanzi alla Sezione disciplinare presieduta da Cesare Mastrocola.

Seduta che fu sospesa e rinviata a oggi per via dell'impegno che attendeva la Juventus alla finale di Champions League contro il Real Madrid giocata il 3 giugno. Dopo aver testimoniato al processo di Torino Alto Piemonte e poi innanzi alla Commissione Antimafia, Agnelli era stato deferito dalla Procura federale per la presunta violazione degli articoli 1 bis (lealtà sportiva) e 12 (rapporti con i tifosi), con lui deferita anche la Juventus per responsabilità diretta.

Oltre a Francesco Calvo, all'epoca direttore commerciale bianconero, Alessandro Nicola D'Angelo, security manager del club, e Stefano Merulla, responsabile del ticket office juventino. Secondo il procuratore federale, Giuseppe Pecoraro, il presidente della Juventus avrebbe autorizzato la fornitura di abbonamenti e biglietti in numero superiore al consentito, favorendo così il bagarinaggio, e partecipato ad incontri con ultras, tra cui Rocco Dominello, imputato (e successivamente condannato dal Tribunale di Torino) al processo Alto Piemonte per legami con la criminalità organizzata. Il processo riprende dunque da dove si era interrotto lo scorso 26 maggio, sicura la presenza del numero uno bianconero, da poco eletto a capo dell'Eca, l'Associazione dei club europei, che sarà difeso dagli avvocati Luigi Chiappero e Franco Coppi. La requisitoria sarà tenuta dal capo della Procura federale pm Pecoraro, e da due o tre dei suoi colleghi. La procura ritiene siano numerosi gli atti a corredo dell'accusa, tanto che la richiesta sarà di una pena severa, sicuramente ben oltre l'anno di inibizione: sanzione superiore alla quale, in base agli articoli 29 («Requisiti e incompatibilità») dello statuto della Figc, e 19 del Codice di giustizia sportiva, si vieta a un presidente di club di svolgere gran parte delle attività dirigenziali.

In base al punto 1, comma h, dell'articolo 19 del Cgs, è prevista infatti una «inibizione temporanea a svolgere ogni attività in seno alla Figc, con eventuale richiesta di estensione in ambito Uefa e Fifa, a ricoprire cariche federali e a rappresentare le società nell'ambito federale, indipendentemente dall'eventuale rapporto di lavoro».
Fonti della Juventus comunque fanno sapere che «il presidente Agnelli, anche in caso di condanna superiore a un anno non è tenuto alle dimissioni e dunque non ha alcuna intenzione di presentarle».
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