Il dg della Federcalcio attacca l'Antimafia: pensi a cose più serie dei biglietti alle curve. La replica: «Parole preoccupanti»

Il dg della Federcalcio attacca l'Antimafia: pensi a cose più serie dei biglietti alle curve. La replica: «Parole preoccupanti»
Venerdì 24 Marzo 2017, 13:16 - Ultimo agg. 20:30
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«Juventus? Ci sono state delle attività che si sono svolte. C'è in atto una attività penale verso alcune persone dove la Juventus non esiste, non è coinvolta. C'è una attività della Procura federale, dove sono state violate delle norme. Siamo sereni, mi sembra che si stia alzando troppo il volume su una cosa banale e penso che i problemi dell'Italia e della Commissione Antimafia dovrebbero essere rivolti verso attività ben diverse da quelle dei biglietti ad una curva». Una dura presa di posizione da parte del direttore generale della Figc, Michele Uva, nei confronti dell'organismo parlamentare che sta indagando - sulla base dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Torino - sulle relazioni tra la Juve e i gruppi organizzati della curva, tra cui c'è il figlio di un boss della 'ndrangheta, Rocco Dominello. Sei giorni fa la Federcalcio, attraverso la Procura diretta dall'ex prefetto Pecoraro, ha deferito Agnelli e alcuni funzionari del club per questi rapporti.

Non si è fatta attendere la risposta di Rosy Bindi: «La Commissione parlamentare Antimafia non fa processi, men che meno mediatici. Di questo si cerchino altrove le responsabilità. Preoccupa che il direttore generale della Federcalcio ritenga che ciò di cui ci stiamo occupando non sia una cosa seria. Ciò che fa male all'Italia sono le mafie, anche quando si infiltrano nello sport, e la sottovalutazione di questo fenomeno. L'inchiesta della Commissione proseguirà a tutto campo».

«Se il Dg della Federcalcio definisce 'una cosa banalè un'inchiesta penale sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel circuito del tifo organizzato c'è da essere preoccupati. Se poi si chiede alla Commissione Antimafia di 'occuparsi d'altro' c'è da essere anche imbarazzati». Così Claudio Fava, vicepresidente della commissione Antimafia.

«Ogni qual volta si cerca di sottolineare la gravità dell'infiltrazione mafiose in un specifico ambiente che sia politico, imprenditoriale o sportivo si osserva lo stesso tipico atteggiamento ormai vetusto: la negazione. Stupiscono le parole del Dg della Figc, perché invece di ravvisare quanto non solo sia possibile ma già diverse volte accertato il pericolo delle infiltrazioni delle mafie nel mondo del calcio, quanto occorra lo sforzo comune di tutti per fronteggiare questa minaccia, ecco che si cerca di screditare l'organismo parlamentare della commissione Antimafia».  I membri M5S dell' Antimafia sono preoccupati: «Si spera sempre in un atteggiamento di collaborazione, di presa di coscienza, ma ci siamo abituati a questa delusione dal mondo politico, ora tocca anche al mondo sportivo. Non abbiamo certo bisogno del mondo del calcio per avere ribalta, perché forse sfugge al Dg Uva che le mafie hanno già tutta la ribalta che desiderano. Di negazione della verità, di negazione di un fenomeno così infame non solo sono pieni i libri di storia ma ne abbiamo avuto più che a sufficienza.

Quindi non offenda il lavoro della commissione e se vuole per davvero fare il bene per il mondo sportivo assicuri una leale collaborazione e non cerchi una ribalta attaccando un lavoro serio e fondato».

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