Per 737 mila famiglie inizia oggi il trasloco verso il nuovo reddito di cittadinanza. Possono fare domanda per l’Assegno di inclusione da 500 euro al mese i nuclei con un Isee sotto i 9.360 euro e con al loro interno almeno un minore, o un anziano, un disabile o un componente in condizione di svantaggio.
Il Supporto per la formazione e il lavoro, la prestazione di sostegno pensata per gli attivabili che cercano lavoro, invece è salpata a settembre e, nel giro di pochi mesi, ha totalizzato circa 130 mila domande. A chi richiederà l’Assegno di inclusione entro questo mese l’Inps erogherà il primo pagamento alla fine di gennaio. A differenza del reddito di cittadinanza sono previsti controlli alla fonte più approfonditi, incrociando le banche dati, prima di dare semaforo verde alle erogazioni. Per ottenere l’aiuto è necessario presentare l’Isee in corso di validità, che poi andrà aggiornato all’inizio dell’anno prossimo. Chi perderà i requisiti per l’Adi a marzo non corre però il pericolo di rimborsi: l’Inps infatti non chiederà indietro le somme versate a gennaio e febbraio a chi uscirà fuori dalla platea dei beneficiari tra tre mesi.
Assegno di inclusione, domande dal 18 dicembre: chi può richiederlo e come fare la richiesta
IL PERCORSO
La misura ha avuto il via libera dal Garante della privacy e dalla Corte dei conti nei giorni scorsi.
Ma come funziona il nuovo reddito di cittadinanza? L’indennità sarà erogata attraverso la Carta di inclusione emessa da Poste Italiane, a differenza del Supporto per la formazione e il lavoro che prevede un trasferimento diretto via bonifico. L’importo massimo annuo è di 6.000 euro, incrementabile in base alla composizione del nucleo familiare e alle necessità abitative. L’indennità può essere rinnovata per 12 mesi dopo un mese di sospensione e la sua erogazione dipende dalla valutazione dei bisogni del nucleo familiare. Sull’Isee: il ministero del Lavoro precisa che «per le domande presentate fino a febbraio 2024 la verifica dei requisiti ai fini dell’erogazione nei mesi di gennaio 2024 e febbraio 2024, ove ricorrano le condizioni, si basa sull’Isee valido al 31 dicembre 2023».
I LIMITI
A ogni modo sarà necessario avere un Isee valido per i mesi successivi per continuare a ricevere il beneficio. Intanto dalle simulazioni è emerso che un single con zero reddito, un minorenne a carico e un affitto mensile superiore a 280 euro, potrà contare su circa 850 euro di aiuto. L’asticella supera invece la soglia dei 1.200 euro nel caso di un nucleo con zero reddito formato da due adulti e un figlio disabile e con un canone di locazione sulle spalle. Insomma, cala definitivamente il sipario sul reddito di cittadinanza. Durato quasi un lustro, è costato allo Stato più di 30 miliardi di euro. Tutto era cominciato il 6 marzo del 2019, con gli uffici postali presi d’assalto dagli aspiranti beneficiari. Era un’Italia diversa, con i Cinquestelle al governo che dai balconi gridavano di aver abolito la povertà e i navigator nei centri nell’impiego che dovevano traghettare i percettori del sussidio verso il mondo del lavoro.
LE TAPPE
Dopo pochi mesi però sono iniziati a emergere con nitidezza tutti i limiti di uno strumento partito con un’ambizione troppo grande, quella di essere sia una misura anti-povertà che un efficace strumento di politica attiva per il lavoro. Altro clamoroso tallone di Achille: gli scarsi controlli hanno permesso ai furbetti del reddito di cittadinanza di proliferare indisturbati per anni. Con la pandemia, però, per migliaia di famiglie in crisi il reddito di cittadinanza è diventato un salvagente irrinunciabile. Finiti i lockdown ha preso il largo, dapprima timidamente, l’operazione di smantellamento del sussidio. E con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi la stretta si è man mano intensificata, i mesi di fruizione del sussidio per chi è in condizione di cercare lavoro sono stati portati a sette nel 2023 ed è stato messo in campo un nuovo strumento per gli attivabili, con obblighi più stringenti per i beneficiari, in primis quello di partecipare con continuità ai percorsi per l’inserimento nel mondo del lavoro proposti da centri per l’impiego e agenzie per il lavoro.