Euro 2016, Chiellini all'attacco: «Solo navigando a vista possiamo vincere. Troppo disfattismo dopo l'Irlanda»

Giorgio Chiellini
Giorgio Chiellini
di Alessandro Angeloni
Venerdì 24 Giugno 2016, 15:25 - Ultimo agg. 25 Giugno, 18:01
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MONTPELLIER Dopo 86 presenze (superato Riva ed è a meno cinque da Del Piero) e 6 gol, a (quasi) trentadue anni è arrivato il momento di provare a vincere qualcosa. Anche se il cammino dell'Italia, dopo uno splendido inizio, si è maledettamente complicato: il tabellone dice Spagna, poi eventualmente Germania e quindi Francia prima della finale di Parigi. E con dieci ammoniti sulle spalle, non è facile pensare di restare qui in Francia fino al 10 di luglio. Giorgio Chiellini, uno dei diffidati, non perde il sonno e continua a credere nel lavoro di Antonio Conte. Il difensore della Juventus si affaccia nella sala stampa di Casa Azzurri a tre giorni dalla sfida del Saint Denis contro la Spagna.

E ricorda subito alla finale di Kiev, persa, contro la Spagna. «Ho immagini recenti anche più belle. Loro sono la nostra bestia nera dal 2008, dai rigori di Vienna, poi Fortaleza in Confederation. A Kiev non eravamo in grado di affrontarli, non avevamo avuto modo di recuperare. Nella altre, c'è sempre stato più equilibrio. Ma purtroppo siamo sempre andati fuori noi, magari non meritando di perdere. In Brasile ad esempio meritavamo più noi, a Vienna pure. Martedì sarà così, prevedo una sfida equilibrata dove il dettaglio farà la differenza. Sono due scuole diverse a confronto, ma sarà una bella sfida, stimolante».

Inghilterra esce dall'Europa. «Notizia che ha choccato tutti, siamo andati a letto con la convinzione contraria ma purtroppo non è successo questo. La preoccupazione è per l'effetto domino, perché in sé l'uscita solo dell'Inghilterra non potrà cambiare l'equilibrio economico dell'Europa. Sarà diverso, invece, se altri stati si allineeranno. Si è fatta tanta fatica per creare un'aggregazione e invece ora la tendenza è diversa. Capisco il malcontento di tante persone, ma questo deve portare a unioni non divisioni. Se in Italia ci fosse un referendum, cosa succederebbe? Io credo che non abbiamo la forza di uscire, ma quando le cose non vanno si tende sempre a un cambiamento. Ho letto che non sia stato un voto dei giovani. C'è dispiacere per l'uscita dall'Unione Europea, a prescindere da ciò che succederà a noi. Ma è un brutto segnale».

Il tabellone maledetto: «Alcuni incroci si sapeva che sarebbero stati più difficili di altri. Non si poteva prevedere che sarebbe finita così. Ciò che fa riflettere è l'accoppiamento dei quarti, dove ci sono gironi penalizzati. Forse lì ci voleva equità maggiore. Si è voluto coinvolgere altre nazioni ma questo prevedeva dei cambiamenti alla base, insomma sotto questo aspetto si poteva fare qualcosa di meglio, tanto bisogna giocare con tutti e su ciò che si è verificato c'è pure tanta casualità. Da una parte le big, dall'altra del tabellone tutte le novità di questo Europeo, ma sarà bello lo stesso. Non sarà una competizione classica eppure, come in Portogallo, ci sarà una vincitrice a sorpresa. Mettiamola dal lato dello spettacolo, sarà più emozionante, anche se avrei preferito stare dall'altra parte del tabellone. Siamo partiti bene e ci ritroviamo la Spagna, non era nelle nostre aspettative, questo sì».
I calci di rigore: «Ci stiamo preparando come tutte le altre gare, poi stiamo allenando anche sui tiri dal dischetto. Ma l'allenamento non cambia, anche se nel lavoro bisogna anche prevedere questa eventualità». La difesa "storica": «Si mette sempre in risalto la nostra difesa: dobbiamo essere compatti e dare sicurezza ai compagni, siamo consapevoli di questo doppio lavoro. Non esiste difensore al mondo che possa far bene se gli altri non si fanno il "mazzo". Mi hanno chiesto qual è la difesa migliore del mondo, è quella che vinci. Sci ricordiamo i ritornelli, Zoff gentile Cabrini, loro hanno vinto come Materazzi e Cannavaro. Noi non pensiamo alla vittoria, ma a lavorare quotidianamente e navigare a vista. Siamo stati una sorpresa contro il Belgio e tutti ci davano per morti. Ora incontriamo i pluri-campioni d'Europa e sulla carta sono imbattibili, però sono convinto che se riusciamo a mettere in evidenza le nostre qualità, limando le loro, possiamo scrivere qualcosa di importante. E' bello sognare, ma bisogna essere consapevoli della realtà, pensando a partita dopo partita».

Morata: «Alvaro è un ragazzo speciale, con dispiacere lo saluto ormai da ex compagno. Sono contento per lui e spero possa restare al Real, perché merita di essere il centravanti della Spagna e del Madrid. Non merita di essere una merce di scambio, non vedo perché non possa stare al Real per dieci anni. Ha doti incredibili e margini di miglioramento. E' cresciuto tanto, è arrivato ed era un bambino, a torino lo abbiamo aiutato a diventare grande. Spero faccia male lunedì, ma gli auguro il meglio per tutta la sua carriera. Le botte a Morata? Si deve preoccupare come tutti, lui è abituato a giocare in Italia. Faremo di tutto per non farlo segnare». Spagna più stanca: «Speriamo sia un vantaggio. Noi abbiamo riposato un po' di più, siamo consapevoli che il nostro è un calcio dispendioso e noi siam quelli che hanno corso di più. L'Italia gioca con intensità, tiene alto il pressing, la solidità di cui si parla è data dal lavoro che stiamo facendo da maggio. La speranza è di tenere questa condizione fino al 10 luglio. Voi vedete un quarto d'ora di allenamento, ma vi posso assicurare che dopo quei quindici minuti comincia l'allenamento duro».

Le diffide: «Contro l'Irlanda per noi non contava e Bonucci è stato un po' condizionato, con la Spagna sarà da dentro o fuori.
Se dovremo prendere un giallo lo prenderemo, non ci pensiamo. E ai quarti giocherà qualcun altro. Senza problemi». Spagna diversa da Kiev. «Io l'ho vista, doveva finire con nove punti se non avesse peccato di succifienza contro la Croazia. Il loro primo tempo è stato spettacolare, poi sono calati e sono venuti fuori i "fisici" dei croati. Io tutta questa crisi della spagna non l'ho vista. Al Mondiale si vedeva che aveva problemi, infatti perse con Olanda e Cile ed è tornata a casa. Mi sembra che ora abbiano ripristinato la voglia di vincere. Hanno difetti, vogliamo metterli in evidenza. L'amichevole di marzo può dare indicazioni, è stato un test in più da cui prendere spunto. Ma non è l'unico, con la Spagna abbiamo giocato tante volte. Rispetto a quella di Kiev hanno ritrovato un centravanti vero, di spessore dopo Torres. Questa è l'unica differenza vera rispetto alla Spagna di quattro anni fa. Ma la filosofia di base non cambia». Conte si è arrabbiato dopo l'Irlanda: «Non è vero. Avete detto che eravamo cotti, poi avete scritto "ridateci l'Italia". Da pippe non siamo tornati fenomeni e non siamo tornati pippe. Equilibrio, ci vuole equilibrio. Da qui a bocciare le "riserve" ce ne corre. Nel valutare una prestazione non ci si deve far condizionare dal un risultato ottenuto al novantesimo. Siamo stati disfattisti e si è attaccato giocatori che contro l'Irlanda hanno dato l'anima».
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