Euro 2016, Germania-Italia: Conte & Loew, tecnici di stile

Conte e Loew
Conte e Loew
di Alessandro Angeloni
Giovedì 30 Giugno 2016, 11:05 - Ultimo agg. 1 Luglio, 09:04
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MONTPELLIER Forse sarebbe più giustificabile farlo ora, vero Joachim Loew? Quel gesto, sì, quando la mano ha viaggiato all'interno dei suoi pantaloni, toccando le parti intime. Oggi, con l'Italia alle porte, suonerebbe meno volgare, o comunque avrebbe solo il significato di un semplice gesto apotropaico: per la serie abbiamo pescato gli azzurri ai quarti, meglio toccarsi, non si sa mai. Volgare sì, ma utile. La Nazionale, per la Germania, è un incubo, una iattura, un po' come ritrovarsi di fronte Rosario Chiarchiaro, celebre personaggio de La patente di Pirandello. Un menagramo, appunto. Che l'Italia sia una gatta nera per la Germania, lo dice la storia, e quindi meglio toccarsi, bravo Loew. Joachim, oltre ad essere un allenatore bravo e vincente, sta aumentando la celebrità in questo Europeo per i suoi gesti al limite della decenza. Conte sta facendo lo stesso percorso, anche se i suoi show a bordo campo, diciamo così, sono più digeribili, più da allenatore compulsivo, che combatte l'ansia, o da quello che comanda i calciatori come nella playstation. Due animali da campo in ogni caso. O chi più maliziosamente li definisce solo due animali. Animali diversi.
L'ALLENATORE CHE HA FIUTO
Il tedesco è implacabilmente sconcio, quello azzurro più sanguigno, pirotecnico. Joachim durante la partita con l'Ucraina si tocca le parti intime e poi odora la sua mano per sentire di nascosto l'effetto che fa. Di nascosto fino a un certo punto, però: le telecamere sono impietose e Loew è costretto a chiedere scusa il giorno dopo, colpito dalla vergogna (ma nemmeno troppa). «Colpa dell'adrenalina», sostiene. Diciamo così. Ma dopo ci ricasca nella sfida con la Slovacchia: il dito finisce nel naso, per depurarlo da fastidiose presenze, forse. Ansia anche qui? Non sembra. Anche questo un gesto poco urbano, che inevitabilmente fa il giro del mondo e/o del web. Loew ha la mano lesta, se una volta la infila davanti, un'altra (durante l'allenamento, pizzicato ancora una volta) se la mette dietro. Un vizio. Dal lato A si passa al lato B, sempre con quella sua implacabilità tutta tedesca. E poi ancora: sempre la mano protagonista. Stavolta sotto l'ascella sudatissima e poi ancora il passaggio obbligato davanti al naso. Cosa si aspettava di annusare, mister Loew, profumi di rosa? Chissà se Conte, sabato sera, avrà modo (e coraggio) di stringergli la mano. Meglio prima della partita, comunque.
IRA E DOLCEZZA DI ANTONIO
Se davanti alle telecamere, Conte si mostra molto più ovattato e impenetrabile, in campo trova se stesso. E quell'irruente esuberanza mediterranea si impossessa di lui. «Vi ammazzo tutti», è il tipo che dice così ai suoi giocatori se non eseguono gli ordini tattici. Conte in campo corre più dei suoi giocatori, un continuo. Su e giù, una sbracciata a destra, una a sinistra, uno scatto verso i panchinari dopo un gol fallito, un balzo sul tettino della panchina dopo una rete. Poi le corna, sì contro la Spagna anche il gesto delle corna. Pure lui, come Loew, si tocca le parti intime dalla tasca della tuta (quando Tavecchio ha detto che l'Italia arriverà in finale), ma prova a farlo di nascosto e non in campo. Insomma, impassibile a chi? Antonio finisce le partite sempre senza voce, preso ormai da un vagito a metà tra il trapattonismo e il mazzonismo. Giaccherini non ha dormito per due notti a seguito dell'urlaccio che gli ha lanciato addosso dopo una palla mal utilizzata. Si scherza naturalmente. Ma poi all'improvviso questo Conte sa diventare un altro, ed eccolo correre con quei dolci occhi di ghiaccio verso la tribuna, dove ad attenderlo ci sono la figlia Vittoria e la moglie Elisabetta e spara addosso a entrambe un bel bacio per festeggiare il successo contro la Spagna. Click, anche quest'immagine diventa eterna. E andando poco indietro nel tempo, tre giorni prima dell'esordio con il Belgio, ecco il messaggio via Facebook sempre per la consorte: «Cara Betta, è l'anniversario del nostro matrimonio. Sono già passati tre anni. Anche se non possiamo festeggiare assieme a Vittoria, ti rinnovo il mio amore. Ti ringrazio per il sostegno che mi dai ogni giorno e per essere al mio fianco in tutte le sfide personali e lavorative che sto affrontando. Un bacio, Antonio». In pratica dottor Jekyll e mister Hyde. Dal marines al tenerone il passo è breve.