Benevento, stop con il Lecce: persi primato e imbattibilità

Benevento, stop con il Lecce: persi primato e imbattibilità
Domenica 23 Novembre 2014, 23:21 - Ultimo agg. 24 Novembre, 09:08
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Benevento. I giallorossi perdono in un sol colpo primato e imbattibilità facendosi sorprendere in casa dal Lecce, a cui basta una prova da minimo sindacale per sbancare il «Vigorito» e portarsi a -1 dai sanniti adesso secondi dietro la Salernitana e a pari merito con la Juve Stabia.



Al di là delle numerose assenze (Piscitelli, Celjak, Som, De Falco, Doninelli e Melara, ovvero 6 titolari), il Benevento paga un approccio ai limiti dell'assurdo e un atteggiamento superficiale per quasi tutta la contesa. Primi 20 minuti da incubo per il Benevento, completamente in bambola e incapace di imbastire una sola azione degna di nota.



Il Lecce, schierato con un 4-3-3 essenziale (Miccoli in panca), ha unicamente il merito di praticare un’ordinata circolazione di palla, che lo porta a sbloccare il risultato all’8' con un tiro dalla distanza di Salvi all'altezza dello spigolo destro dell'area di rigore, che si infila (neppure tanto angolata) alla destra di Pane, colpevolmente immobile.



Il Benevento, tramortito, non ci capisce granché e comincia ad arrancare e a traballare vertiginosamente. Non passano cinque giri di lancetti e i salentini raddoppiano. Carrozza dalla sinistra pennella un traversone sul palo lungo che scavalca Pane, Moscardelli svetta di testa nell'area piccola e colpisce l'incrocio, Abruzzese lasciato colpevolmente solo non fallisce il tap-in.



Sul «Vigorito» cala il gelo, Lucioni e compagni si guardano impietriti, come se non avessero alcuna spiegazione per quello che sta accadendo. La capolista è al tappeto, in preda a uno choc da primato, evidentemente incapace di gestire una tale pressione. Occorrono almeno altri dieci minuti buoni perché il Benevento dia un segnale di reazione, con un paio di cross insidiosi di Campagnacci che generano uno scatto d'orgoglio.



Fiammate, attimi di risveglio che in ogni caso non portano a nulla di concreto. Bisogna aspettare il 34' per registrare un sussulto nell'area del Lecce, con la rovesciata di Scognamiglio che innesca il tocco di mano di Abruzzese, ma l'arbitro preferisce sorvolare tra le infuocate proteste dei giocatori e del pubblico di casa. Una goccia d'acqua nel deserto, mentre il Lecce controlla agevolmente e sfiora il tris col tentativo di Doumbia che Pane neutralizza. Brini decide che è il momento di cambiare e inserisce Mazzeo per Vitiello, una punta per un centrocampista, con l'esterno Campagnacci che passa a fare il mediano.



Nel frattempo arriva anche l'intervallo che rispedisce in campo un Benevento anche più impotente rispetto a quello della prima frazione. Brini riinvia Campagnacci sul versante mancino e si inventa un 4-1-3-2 con Agyei davanti alla difesa, Alfageme, Mazzeo e l'ex Reggina e Perugia dietro le due punte. Da segnalare, nel grigiore generale, una combinazione Marotta-Padella-Marotta con l'attaccante che incespica e non riesce a calciare in porta all'altezza del dischetto e un tiro debolissimo dello spento Mazzeo.



Il Lecce in contropiede sbaglia due volte con il neo-entrato Della Rocca, prima dell'illusorio gol di Padella (splendido cambio di gioco di Campagnacci) che serve a risollevare dal torpore solo il pubblico: anche se nel recupero ci prova Lucioni con una mezza girata alle stelle, il Benevento è ormai cotto, sprofondato nell'oblio di una prestazione da dimenticare, al netto delle attenuanti.
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