Cuore ed elmetto: ecco la ricetta di Carboni per la sua Juve Stabia

Cuore ed elmetto: ecco la ricetta di Carboni per la sua Juve Stabia
di Gaetano D'Onofrio
Mercoledì 15 Marzo 2017, 16:33
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“Ora bisogna indossare l’elemetto e metterci il cuore”. Bada al sodo e sintetizza così il proprio pensiero Guido Carboni, alla sua presentazione ufficiale come nuovo allenatore della Juve Stabia. Toscanaccio, idee chiare e tanta voglia di lavorare, racconta così il suo approccio al club gialloblù: “Ho ricevuto una chiamata dal direttore Polito – spiega -, ho dato la mia disponibilità a patto che mi si lasciasse lavorare come voglio io. Poi lunedì la chiamata, ed in trenta secondi ho firmato il contatto. La durata? Due mesi non mi cambiano la vita, non ho preteso nulla, se non di poter fare a modo mio, tutto qui”.

Ha seguito da lontano la sua nuova squadra, vedendola all’opera in occasione della sfida con il Foggia, il 4-1 al Menti apice del rendimento dell’undici allora allenato da Fontana: “Ho accettato perché mi piaceva la sfida, e perché mi piaceva quella squadra. E sono convinto di poter dare il mio contributo, tutto qui. Non ci sono programmi futuri o altro, solo la voglia di vivere due mesi intensi, inseguendo un obiettivo, poi si vedrà”. Alla squadra ha parlato prima dell’allenamento di martedì, in tanti la voglia di rivalsa, ma anche i timori per un momento delicatissimo: “Non c’è serenità, lo si capisce da alcune domande che mi hanno posto – spiega -, ed è su questo che bisogna lavorare. Se ci credono? Sarà meglio per loro, se un mio calciatore suda la maglia lo difenderò all’inverosimile, altrove ho perso anche la panchina, a Benevento, ad esempio, per questo. Chi non se la sente può alzare la mano senza problemi”. Problemi veri sono gli infortunati che ha trovato: “Kanoutè forse lo recuperiamo per Cosenza, ma Ripa, Paponi ed Atanasov sono quasi sicuramente out. In questo momento bisogna far punti, non contano i nomi, il modulo, ma l’atteggiamento. E quello che mi aspetto da tutti, far quadrato e dare il massimo in questi due mesi”.
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