Salernitana, primato sotto l'albero e Lotito esulta: «Spirito da serie B»

Salernitana, primato sotto l'albero e Lotito esulta: «Spirito da serie B»
di Alfonso Maria Avagliano
Domenica 21 Dicembre 2014, 22:37 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 09:07
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SALERNO. Lui in giacca, cravatta e impermeabile, l’altro con jeans, giubbino di pelle e maglione a collo alto. Lotito sfila sotto la sud dopo la gara, Mezzaroma invece negli spogliatoi per far da cicerone ai due ragazzi nigeriani che hanno seguito la gara con lui.

Diversi in tutto ma ancora uniti, per il momento. Di nuovo, più che altro, visto che non apparivano assieme in pubblico, dall’11 maggio data dell’eliminazione playoff a Frosinone. I bilanci, «non solo economici», si trarranno a fine campionato, per ora i co-patron si godono il primato e sperano di bissare presto la coppia. «Se ha portato bene siamo obbligati?», chiede scherzando Mezzaroma. Era giunto all’Arechi con ampio anticipo, dopo essere sceso dall’auto guidata da lui stesso. A differenza del socio-cognato, giunto a gara iniziata con scorta e lampeggianti.



«Siamo compatti. Al di là delle presenze conta lo spirito – continua Lotito – Nei nostri programmi volevamo allestire una rosa competitiva, tutti vorrebbero essere in testa a Natale e noi lo siamo, faticosamente. Ma non è ancora finita». Lodi al gruppo per «l’umiltà e lo spirito combattente che deve essere sempre speso per non partire col piede sbagliato», poi il commento alla gara col Messina «sofferta, in cui sono emersi indicatori importanti come la voglia di raggiungere il risultato a tutti i costi».



A fine partita tutti a pranzo assieme, c’erano pure Fabiani (con famiglia) e Avallone. L’amaro è stato servito da Pestrin e Colombo, diffidati e ammoniti. «Gialli che preoccupano e ci penalizzano, ora la squadra è decimata tra infortuni e squalifiche (anche Trevisan salterà Caserta, nda). Erano ammonizioni evitabili, bisognerebbe stare più attenti e dare l’esempio», commenta il patron di Lazio e Salernitana. Chissà che l’emergenza non induca ad affrettare le operazioni di mercato.



Lotito annuncia «un summit tra proprietà, tecnico e diesse, poi valuteremo le esigenze. Cercheremo di accontentare chi ha chiesto di giocare di più (altrove, nda), se ci sarà possibilità di apportare valori aggiunti provvederemo. Ma bisogna pensare anche al dato psicologico: la chimica tra giocatori è importante, non va alterata, bisognerà inserire persone adatte. Un vice Colombo? Tuia sa fare il terzino destro».

Festa all’Arechi, insieme a quella del figlio Enrico.



«Doveva venire, poi è sopraggiunto un impegno – s’intenerisce Lotito – Compie 18 anni, cercherò di stare con lui facendogli capire che è la persona più importante visto che non ha mai il padre in casa». Anche la curva ha fatto gli auguri a modo suo, con un coro. «Enrico è appassionato, i tifosi con lui sono stati carinissimi, avrebbero voluto fargli una targa ricordo – racconta - Lui ha replicato: “Di’ alla squadra che vincesse, così la targa la faccio io”. Una frase che mi ha colpito perché è coinvolto non nella dimensione del ruolo che detiene, ma come l’ultimo dei tifosi che ambisce a raggiungere i traguardi che meriterebbe questa squadra».
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