Terremoto a Napoli oggi, De Vito (Ingv): «Scossa tra le più forti di questa crisi bradisismica, nel golfo c'è stata la frattura che lo ha generato»

Il direttore dell'Osservatorio Vesuviano: «Dopo l'incremento di 1,5 cm la velocità del bradisismo ha rallentato»

Mauro Di Vito
Mauro Di Vito
di Pasquale Guardascione
Sabato 27 Aprile 2024, 08:06 - Ultimo agg. 28 Aprile, 09:43
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Il sisma di questa mattina che ha svegliato gran parte della provincia di Napoli è stato avvertito anche a Marano, Villaricca e Giugliano.

«La localizzazione dei terremoti ovviamente conta molto, il fatto che si sia generato nel golfo di Pozzuoli più verso Bacoli ha fatto in modo che tutta la zona occidentale della provincia lo ha avvertito di più – ha dichiarato Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano -. Così come quando lo scorso anno ci fu il sisma di magnitudo 4 con epicentro verso la zona della Solfatara fu ben avvertito, invece, anche verso i paesi vesuviani. Ma è evidente che la percezione di un evento tellurico dipende dalla localizzazione, dalla profondità e dalla magnitudo. Quello di questa mattina è stato uno dei terremoti più forti che si sono verificati in questa crisi bradisismica nei Campi Flegrei. Negli ultimi giorni abbiamo registrato diversi singoli eventi sismici ma è un’attività di bassa energia che è sempre presente nella zona flegrea. In questo periodo di diverso c’è che ci sono molti eventi di magnitudo maggiori di zero».

Dall’inizio dell’anno ad oggi i sismografi della sala di Napoli dell’Ingv hanno registrato ben 1.920 sisma, la maggior parte dei quali di bassissima magnitudo. «Negli ultimi dieci giorni c’è stato addirittura un rallentamento della velocità di sollevamento del bradisismo, ora siamo a qualcosa in meno di dieci millimetri al mese – continua Di Vito -. Ma relativamente al sisma di stamattina è lo sforzo accumulato che si è liberato, che si può verificare sulla terraferma o nel golfo.

Anche per quanto concerne la geochimica non abbiamo rilevato variazioni in questa settimana. Ieri sera presso l’Osservatorio Vesuviano abbiamo fatto una riunione anche con chi si occupa della deformazione del suolo. Dopo i due piccoli incrementi di 1,5 centimetri la velocità di fatto ha rallentato. Il suolo, comunque, continua a deformarsi. Evidentemente nel golfo si sono create le condizioni per la frattura che ha generato il sisma di magnitudo 3.9. Infatti, la frequenza dei terremoti con epicentro a mare sono di meno e, quindi, sono tutti sisma di magnitudo maggiore e profondi. Quello delle ore 5,44 di questa mattina è stato un po’ più superficiale. Vedremo con i maggiori approfondimenti che faremo quale è stato il meccanismo. anche se sembra sempre quello che determina i terremoti nel golfo».

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Quindi, prende in analisi lo studio che la sala di Napoli dell’Ingv sta facendo sul monte Olibano. «C’è un deficit di deformazione – conclude Di Vito -. Il suolo si deforma un po’ meno di quanto dovrebbe, facendo una simmetria radiale e una valutazione di come si spostava nel passato. Una cosa che può dipendere da tanti fattori, che stiamo studiando nel dettaglio, anche se sembra più un fatto localizzato. E’ un aspetto che rientra nel fenomeno del bradisismo ma dalle caratteristiche diverse».

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