Bagnoli, nuovo waterfront con i lidi balneari sulla colmata: «La bonifica vada avanti»

La promessa: mare pulito entro tre anni sull’ammasso di detriti la costa del futuro

Colmata
Colmata
di Luigi Roano
Venerdì 3 Maggio 2024, 00:09 - Ultimo agg. 18:11
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Ora che è sostanzialmente sicuro che la colmata a mare di Bagnoli resterà li al suo posto - nel decreto coesione con il quale sono stati erogati dal Governo 1,2 miliardi per la bonifica a mare e le infrastrutture dell’ex area Italsider è stato inserito un comma con il quale viene soppressa la dicitura sulla «continuità della linea di costa» - il tema è cosa ci si fa sulla colmata?

Dalla struttura commissariale che affianca il sindaco Commissario Gaetano Manfredi, retta da due sub commissari Filippo De Rossi e Dino Falconio e coordinata da Attilio Auricchio non hanno molti dubbi. La prima cosa che viene fuori è che li c’è un vincolo, non si può costruire nulla sopra. Un vincolo che chiarisce una cosa molto importante: «La colmata deve essere un accesso al mare». Cosa significa?

Sarà una sorta di scoglione che consentirà ai napoletani di planare nel mare, un mare che in due, massimo tre, anni sarà balneabile.

Anche perché a essere inquinati sono gli arenili sotto al mare, cioè la spiaggia sommersa, le acque non sono inquinate. Il pericolo di subire danni da inquinamento arriva dall’eventuale appoggio di parti del corpo su quella sabbia.

Spiaggia sommersa che va messa in sicurezza perché le forti correnti di quella parte di golfo la smuovono e questo potrebbe far rilasciare gli inquinanti sedimentati. Che ormai sono li sotto da oltre 30 anni e dove la natura ha fatto il suo corso. Quando si parla di bonifica a mare di Bagnoli - dunque - va chiarito che vanno stabilizzate le sabbie sommerse ma le acque sono pulite.

La mission data ai progettisti dal sindaco e dalla struttura commissariale è quindi quella di trovare un modo per far arrivare la colmata nel mare in modo da essere accessibile per i bagnanti. E le ipotesi in campo sono almeno un paio. Si parte di base da piattaforme da mettere sulla stessa colmata magari dopo averci messo sopra sabbia incontaminata. La prima ipotesi prevede il terrazzamento dell’intera colmata fatto in maniera tale da fare arrivare le terrazze gradualmente a livello del mare.

La seconda ipotesi è di fare degli scaloni che portano a mare. Poi dalla penna dei progettisti è lecito aspettarsi accorgimenti anche estetici degni del luogo. Sarà un accesso pubblico al mare questo è poco ma sicuro con spiagge libere. Ma quel litorale - fanno sapere dalla struttura commissariale - «sarà soggetta alle leggi che regolano l’accesso la mare vigenti».

Nelle retrovie della colmata verranno installati servizi tipici dei lidi balneari: ovvero chioschi, bar, strutture per mangiare. Spogliatoi, bagni e docce. Di spazio ce ne è in abbondanza, dove giova ribadire non si potrà edificare nemmeno una pietruzza, ma nasceranno i servizi per i bagnanti.

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Che la colmata venga eliminata a oggi è solo una ipotesi di scuola in attesa del progetto definitivo che arriverà entro sei mesi per il suo utilizzo e messa in sicurezza.

La seconda ipotesi riguarda invece il «mantenimento integrale della colmata. Secondo una destinazione d’uso da definire in una successiva fase con progettazione integrata rigenerazione e risanamento, prevedendo comunque l’accesso al mare dalla stessa tramite ad esempio banchine e passerelle perimetrali, e la realizzazione di due spiagge pubbliche» in corrispondenza del lato nord e lato sud della Colmata, «di sviluppo longitudinale di circa 400 e 900 metri rispettivamente e superficie complessiva pari a circa 14 ettari».

Insomma due spiagge ai lati opposti della colmata. E le opere da fare sono queste: «Un capping - letteralmente tombatura - sull’intera superficie dell’area di Colmata circa 200mila metri quadrati e installazione del sistema di drenaggio delle acque meteoriche; un sistema di trattamento e protezione del fondale antistante la paratia di confinamento della Colmata verso mare».

E naturalmente la «rimozione del volume dinamico di sedimenti, emersi e sommersi negli Arenili Nord e Sud, con parziale trattamento e riutilizzo» degli stessi con annesso ripascimento con sabbia incontaminata. La seconda ipotesi è di «rimozione parziale della colmata» se ne toglierebbe poco più del 10% ovvero quei volumi «a contaminazione maggiore». Tutti e tre gli studi evidenziano come la rimozione della colmata sarebbe un danno per l’ambiente e anche alle finanze per i cosiddetti oneri di gestione del post-rimozione.

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