Napoli, autista Eav aggredito in pieno giorno a piazza Principe Umberto

Il rapinatore gli ha portato via portafogli, cellulare e blocchetto di titoli di viaggio

L'autobus
L'autobus
di Antonio Folle
Martedì 23 Aprile 2024, 18:17
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Una violenta aggressione a mano armata da parte di un balordo che gli ha poi portato via portafogli, telefonino e fin anche un blocchetto di titoli di viaggio. Questa è la disavventura di Gennaro, un autista Eav in servizio sulla tratta Afragola-Napoli, che oggi pomeriggio intorno alle 16, mentre guidava il suo bus nella zona di piazza Principe Umberto, è stato vittima di una violentissima rapina.

L'uomo, visibilmente scosso, è stato immediatamente accompagnato all'ospedale Fatebenefratelli per tutti gli accertamenti del caso anche se è escluso che si trovi in pericolo di vita. Subito dopo l'aggressione sul posto sono intervenuti i falchi della Polizia di Stato che si sono immediatamente messi alla ricerca del rapinatore che si sarebbe allontanato facendo perdere le sue tracce in direzione piazza Garibaldi.

A dar notizia dell'ennesima aggressione ai danni del personale front-office del servizio di trasporto pubblico è lo stesso presidente di Eav Umberto de Gregorio, che ha immediatamente preso contatto con il lavoratore portandogli la sua solidarietà e facendo scattare l'ennesimo campanello d'allarme: «Ho subito telefonato a Gennaro visibilmente sconvolto dall’accaduto per manifestargli la mia personale solidarietà e quella di tutta l’azienda - ha affermato il numero uno di Eav - il tema della sicurezza sui mezzi di trasporto diventa cruciale e non può essere di pertinenza soltanto delle aziende di trasporto stesse, ma deve diventare un tema centrale di ordine pubblico».

Insulti, sputi, minacce di morte, aggressioni ai capolinea e durante la guida hanno catapultato i lavoratori del trasporto pubblico, in particolare gli operatori di esercizio sulle linee bus, in una vera e propria trincea. Se da un lato automobilisti, motociclisti, passeggeri e malitenzionati d'ogni tipo possono aggredire - verbalmente e fisicamente - i lavoratori certi di una quasi totale impunità, sull'altro lato della barricata migliaia di lavoratori sono completamente inermi di fronte ad una violenza che si fa sempre più cieca. A volte, e i lavoratori lo hanno denunciato a più riprese, basta uno “sguardo di troppo” per una precedenza non data a scatenare la violenza.

E nemmeno le cabine di guida blindate e il sistema di videosorveglianza di bordo sembrano essere un efficace deterrente contro le aggressioni che negli ultimi mesi hanno fatto registrare un vertiginoso incremento.

Qualche giorno fa, era lo scorso 11 aprile, Cgil e Uil avevano indetto una mobilitazione di massa per far sentire la loro voce proprio sul delicatissimo tema della sicurezza sul lavoro. Astenuta la Cisl. Il problema delle aggressioni al personale viaggiante non è un tema solo napoletano ma ormai comune in tutte le città italiane dove, specie al nord, proprio a causa dell'enorme pressione a cui sono sottoposti i lavoratori diventa sempre più difficile reperire personale.

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In alcune città italiane, come Milano, lo sbandierato “esperimento” di allargare la platea dei potenziali conducenti a personale extracomunitario reperito direttamente nei centri d'accoglienza non ha avuto seguito o, comunque, non è stato sufficiente a coprire i buchi di organico. Il lavoro dell'autoferrotranviere, in mancanza di una seria riforma che equipari gli incaricati di pubblico servizio a pubblici ufficiali a tutti gli effetti, rischia di diventare sempre meno attrattivo, con tutte le ovvie ripercussioni sulla gestione del servizio stesso. Le paghe, in moltissimi casi insufficienti a vivere in città come Bologna, Torino o Milano, sono un ulteriore punto a sfavore di una delle professioni dove si sta registrando il maggior esodo degli ultimi anni. 

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