Napoli, la trattativa della vergogna
così il boss aiutò Genny la carogna

Napoli, la trattativa della vergogna così il boss aiutò Genny la carogna
di ​Leandro Del Gaudio
Venerdì 23 Giugno 2017, 00:00 - Ultimo agg. 08:58
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Guarda caso tutto inizia a partire da quella data, una sorta di spartiacque per chi stava indagando sulle infiltrazioni della camorra nel tifo azzurro e sulle possibili pressioni dei clan sulla società azzurra. Guarda caso, l’inizio della fortuna dei fratelli Esposito, sia in termini imprenditoriali sia per quanto riguarda vita notturna e frequentazioni patinate, ha inizio in quel fatidico mese di maggio di tre anni fa. Anno 2014, sabato tre maggio, il Napoli batte la Fiorentina nella finale di Coppa Italia, ma l’attenzione nazionale è tutta per il doppio choc collettivo: l’agguato al tifoso azzurro Ciro Esposito (morirà dopo 56 giorni di agonia), per mano di un ultrà della Roma, e la cosiddetta trattativa che ne consegue, proprio sugli spalti dell’Olimpico. 
 


Ricordate quelle foto di Gennaro De Tommaso, il famigerato Genny la carogna? Ricordate quella sagoma a cavalcioni sulle ringhiere della curva che parla con l’incolpevole capitano del Napoli Marek Hamsik, chiamato a mediare di fronte al rischio di non far disputare l’incontro all’Olimpico? Scene che fecero il giro del mondo, sotto lo sguardo impietrito dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dell’allora premier Matteo Renzi.  Scene che hanno dato inizio ad un’inchiesta sulla «trattativa», ma anche sui presunti contatti tra ultrà, imprenditori in odore di camorra, boss patentati e calciatori del Napoli che, ora come allora, vanno ritenuti estranei ed impermeabili alle logiche del crimine. 
 
 

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