Stadio San Paolo, resa dei conti
tra Comune e Calcio Napoli

Stadio San Paolo, resa dei conti tra Comune e Calcio Napoli
di Valerio Esca
Giovedì 22 Settembre 2016, 09:10
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I conti non tornano e riparte il braccio di ferro tra Comune e Calcio Napoli. La società non versa il canone a Palazzo San Giacomo da due anni. Il Comune non ha ancora restituito al Napoli i fondi anticipati per i lavori dei tornelli del 2009. Cifre alla mano come confermato ieri durante la commissione Sport dal direttore generale del Comune, Attilio Auricchio - sarebbe l'amministrazione a dovere qualcosa a De Laurentiis. «Le partite economiche ha spiegato Auricchio sono a nostro svantaggio».

La poca chiarezza è anche figlia della mancata firma sulla convenzione ponte licenziata dal Consiglio comunale nell'ottobre scorso e inviata al Calcio Napoli il 9 novembre 2015. Da allora, da Castel Volturno, nessuna risposta. La vicenda contabile tra le due parti è molto intricata, per questo si è reso necessario fissare un incontro per la prossima settimana. «Convocheremo ufficialmente il presidente» annuncia l'assessore allo Sport Ciro Borriello, che incalza: «Chiederemo alla società di firmare la convenzione e poi discuteremo del dare-avere». Numeri alla mano, il Napoli deve versare al Comune i canoni concessori degli ultimi due anni. Vale a dire 644 mila euro, del periodo 1 settembre 2014, fino al 30 settembre 2015, compresi i canoni della pubblicità. Cifra per la quale i tecnici di Palazzo San Giacomo, ad aprile di quest'anno, hanno già diffidato il Calcio Napoli. Si aggiunge poi il canone di 781mila euro, come previsto nella convenzione ponte mai firmata dalla società, per la passata stagione calcistica (periodo 1 ottobre 2015, fino a giugno 2016). Sommando i due anni di arretrati si arriva ad un milione e 400mila euro. Una cifra inferiore rispetto a quanto invece il Comune deve alla società di De Laurentiis. I lavori dei tornelli nel 2009, obbligatori per la legge Pisanu e che andavano caricati sul proprietario dell'impianto (dunque il Comune), costarono intorno ai 2 milioni. Fondi anticipati dalla società data l'urgenza degli interventi. Inoltre notizia che si è appresa ieri De Laurentiis ha chiesto a Palazzo San Giacomo i mancati introiti per la chiusura dell'anello inferiore della curva A (ottobre 2014, fino a marzo 2015), resosi necessario dopo alcune infiltrazioni.

Nella lunga discussione in commissione sport ieri si è posta però l'ipotesi che la società, vista la mancata firma sulla convenzione, possa pagare l'ultimo anno di canone «a domanda individuale». Il fitto partita per partita produrrebbe un'impennata della cifra da versare nella casse del Comune. Secondo un calcolo di alcuni dirigenti del servizio Sport, con una media di 30 mila spettatori, tra quota sui biglietti, pubblicità e buvette, si tratterebbe di 2 milioni e mezzo di euro. In questo caso la bilancia della partita finanziaria penderebbe dalla parte del Comune. Sarà necessario un faccia a faccia tra amministrazione e Calcio Napoli, carte alla mano, per sbrogliare la matassa. «Senza copertura convenzionale ha ribadito il direttore generale Auricchio si procederà a domanda individuale, così come vale per l'80% degli impianti sportivi di nostra proprietà. Aspettiamo di incontrare il Napoli». Il capo di Gabinetto, noto per aver mandato la Juve in serie B con l'inchiesta su Calciopoli, ci tiene a specificare: «Il Comune non è assolutamente prono verso la società. Abbiamo rigettato la loro proposta di restyling del San Paolo perché si voleva costruire un impianto elitario con una capienza ridotta. Per questo abbiamo deciso di intervenire noi direttamente con il mutuo di 25 milioni del Credito sportivo. Inoltre non abbiamo mai regalato l'agibilità dello stadio. Per quattro anni abbiamo fatto iscrivere il Napoli a Palermo per poter procedere con i carotaggi sull'invaso e abbiamo speso 300mila euro. Non abbiamo mai fatto sconti».

Giornata calda quella di ieri sul fronte del tifo. Il caro prezzi per i settori popolari ha spinto il gruppo Ultras Napoli della Curva B, a manifestare, con tanto di striscione, sotto al palazzo di via Verdi, mentre era in corso la riunione convocata dal presidente di commissione Carmine Sgambati. Alcuni consiglieri hanno lasciato momentaneamente l'aula per incontrare i tifosi. Tutti d'accordo, da Sgambati a Pietro Rinaldi (Sinistra in Comune), fino ad Andrea Santoro (Napoli capitale) e Ciro Langella (Prima Napoli), ad inserire nella prossima convenzione un «prezzo sociale per i settori popolari»: «Non possiamo certo impedire di scegliere alla società quanto vendere i ticket, ma certo far presente che non è pensabile l'attuale politica dei prezzi».