Malagò: irrealistico puntare tra 12 anni
Roma o niente, il resto sono suggestioni

Malagò: irrealistico puntare tra 12 anni Roma o niente, il resto sono suggestioni
di Francesco De Luca
Lunedì 12 Settembre 2016, 09:00 - Ultimo agg. 13:31
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 «Una candidatura italiana alle Olimpiadi 2028? Impossibile». O Roma 2024 o niente: è questo il senso del ragionamento di Giovanni Malagò, presidente del Coni, impegnato da due anni nel progetto per riportare i Giochi nella capitale, dove furono organizzati nel 1960. La candidatura era stata ufficializzata dal premier Renzi nel dicembre 2014, durante la cerimonia di consegna dei Collari d’oro al Foro Italico. Il percorso, a fronte dell’apprezzamento internazionale emerso anche in occasione dei Giochi di Rio de Janeiro, è diventato sempre più tortuoso, anzi impraticabile, a causa della ferma opposizione dei 5Stelle, il partito del sindaco Virginia Raggi.

Il sindaco De Magistris propone Napoli per le Olimpiadi.

«Ho preso atto del suo tweet. Da un punto di vista formale tutte le candidature sono possibili, ma dobbiamo affrontare il discorso in maniera razionale». Cosa significa, presidente? «C’era stata un’idea per la candidatura ai Giochi del 2020, quelli che si disputeranno a Tokio, non avallata dal governo dell’epoca, e adesso c’è la candidatura per il 2024. Se non venisse colta questa straordinaria possibilità, sarebbe inutile perdere tempo con il Cio per il 2028 o il 2032. Insomma, sarebbe una bella suggestione ma non realizzabile. Per trenta o forse cinquant’anni».

Perché il Coni non sosterebbe una successiva immediata candidatura?

«Perché si deve essere realisti. Posso immaginare la riflessione dei componenti del Comitato olimpico internazionale sull’argomento Giochi in Italia. Abbiamo presentato una candidatura che aveva tutti i requisiti: il forte impegno del Coni, la delibera del consiglio comunale di Roma, il sostegno del governo e l’endorsement della presidenza della Repubblica. Poi è sufficiente il cambio di governo nella capitale per rimettere tutto in discussione. Ecco perché non sarebbe serio riproporre, a così breve distanza, una candidatura».

Quando la posizione dei 5Stelle è apparsa sempre più chiara sul no ai Giochi, si sono fatti avanti altri comuni per il 2024.

«Ho preso atto di alcune iniziative locali, da Milano a Firenze, dalla lettera del sindaco di Venezia ai progetti promossi da due regioni meridionali, Calabria e Sicilia. Purtroppo non ci sarebbero stati i tempi tecnici per valutare altre ipotesi, il termine ultimo è scaduto nello scorso mese di febbraio, quando abbiamo incontrato i vertici del Cio a Losanna. Da quel momento, c’è stata e c’è soltanto la candidatura di Roma, che da “città proponente” è passata a “città candidata”. C’è un atto formale. Ma ho già avuto modo di evidenziare che la candidatura è dell’Italia, non soltanto di Roma, come ha sottolineato il sindaco di Cagliari, Zedda, in un’intervista».

Cagliari è stata indicata come sede delle regate di vela dei Giochi 2024 nel dossier presentato al Cio e chiede al sindaco Raggi di non perdere questa opportunità, non soltanto romana.

«Ma ci sarebbe il coinvolgimento di più città, anche di Napoli, perché conosciamo e apprezziamo la storia sportiva del Paese».

Quale ruolo avrebbe Napoli nel 2024?

«Un ruolo di primo piano perché partite dei tornei di calcio maschile e femminile verrebbero organizzate al San Paolo, un impianto che si appresta a vedere anche quest’anno gare di Champions League. E poi sarebbe una città indicata per ospitare la preparazione di più delegazioni. Ci sono anche altre idee che però non sarebbe il caso di mettere in campo adesso, in un momento cruciale».

Per una città che ha storici problemi di impiantistica sportiva come Napoli le Olimpiadi sarebbero una grande occasione di rilancio.

«Assolutamente: una delle poche concrete occasioni per ristrutturare gli impianti esistenti e per crearne altri. Non a caso, a proposito di Roma, abbiamo presentato pochi giorni fa un censimento sull’impiantistica sportiva. È questo il senso del ragionamento che è stato fatto su un evento che non è romano, ma nazionale. Ci stiamo impegnando nel confronto con altre due grandi città come Parigi e Los Angeles, il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi è stato estremamente positivo ed è stato molto apprezzato dai componenti del Cio incontrati a Rio de Janeiro durante i Giochi non soltanto da me, ma anche dal primo ministro Renzi e dal Comitato promotore».

Il suo agosto è stato molto felice a Rio.

«Abbiamo vinto 28 medaglie, come quattro anni fa a Londra, abbassando l’età degli atleti saliti sul podio e questo è un segnale importante in vista dei prossimi Giochi a Tokio, dove sono convinto che faremo senz’altro meglio. Essere tra le prime dieci nazioni del medagliere è un punto di partenza».

Ci sono state anche cinque medaglie napoletane, quattro dal canottaggio e una dalla pallanuoto.

«A conferma dell’impegno che c’è nello sport di questa città e di questa regione. E sottolineo la sfortuna che ha colpito il pugile Mangiacapre, costretto a ritirarsi per un infortunio».