Pyeongchang, Wierer spara a zero:
«Chi mi critica studi il biathlon»

Pyeongchang, Wierer spara a zero: «Chi mi critica studi il biathlon»
di Mario Nicoliello
Domenica 18 Febbraio 2018, 11:56 - Ultimo agg. 12:16
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Si spengono le luci sul poligono di Alpensia e l’Italia del biathlon in rosa resta a bocca asciutta. Quarta Lisa Vittozzi e sesta Dorothea Wierer nella mass start. Eppure la capitana non demorde e col suo sorriso illumina una notte buia e fredda.
Dorothea, un’altra gara senza podio.
«Sì, però due azzurre nelle sei non è un risultato da buttare. Abbiamo sbagliato entrambe nell’ultima serie. La mia performance sugli sci non è stata perfetta. Sono stanca, meno male che riposerò due giorni». 
Che Olimpiade ha vissuto finora?
«Qualcuno forse si aspettava qualcosa in più, ma penso che gli italiani abbiano capito che il biathlon è imprevedibile e complesso. Ci sono tante variabili da gestire e siamo in 30 a poter salire sul podio». 
Che voto si attribuisce?
«Otto, perché ho dato tutto, ma non sono una macchina».
Meglio al tiro o sugli sci?
«Dipende dai giorni. In sprint, inseguimento e individuale sono stata più brava nel fondo. Nella gara in linea ho sparato meglio».
Rifarebbe la stessa preparazione?
«Sì, ma senza ammalarmi. Nel raduno in Svizzera ho preso la febbre per la sesta volta in stagione, perdendo giorni preziosi di allenamento».
Fontana, Moioli e Brignone hanno preso la medaglia. All’appello manca Wierer. Avverte questa pressione?
«Sono tranquilla e consapevole di quanto fatto finora. Non mi demoralizzo, ho ancora due gare nelle quali credo. Una medaglia comunque non mi cambia la vita».
Si sente criticata?
«No, ma quando leggo commenti negativi da gente che sta seduta su un divano non mi fa piacere. Inviterei chi critica a studiare meglio il biathlon».
Resisterà altri quattro anni per gareggiare a Pechino?
«Non lo so. Di sicuro vado avanti fino ai Mondiali casalinghi di Anterselva 2020. Poi deciderò se continuare. Nel 2022 avrò più di 30 anni e non so se sarò ancora motivata e integra di fisico. Ammalarmi ogni tre settimane non è il massimo».
Il freddo coreano l’ha condizionata?
«I primi giorni mi sono congelata le mani. Adesso per fortuna non c’è più il vento. Speriamo che rimanga così».
Con che spirito approccerà le staffette?
«In Coppa del mondo abbiamo fatto grandi cose, siamo una bella squadra giovane e ce la giocheremo».
Confida di più in quella femminile o nella mista?
«In entrambe. Tutte e quattro i frazionisti dovranno dare il massimo. Non possiamo permetterci errori. La staffetta è la nostra forza».
 
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