Sarri, il Napoli e le 4 giornate per il rilancio

di Francesco De Luca
Venerdì 17 Novembre 2017, 22:34
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Bentornato Napoli, finalmente riparte il campionato. Ritroviamo le nostre certezze calcistiche dopo aver visto l’Italia crollare davanti al muro svedese e perdere l’ultima chance di partecipare ai Mondiali. Procedono a velocità differenti, la serie A e la Nazionale, non soltanto perché i club abbondano di stranieri - quasi tutti di qualità nelle squadre al vertice, infatti ve ne sono cinque in cinque punti - ma perché ci sono allenatori che hanno idee. Riesce difficile in questi giorni credere che Ventura abbia la stessa tessera di Sarri e Allegri, ma anche di Spalletti, Di Francesco, Inzaghi, Giampaolo e Montella, che pure vive una sofferta situazione a Milano, dove fin dall’inizio della stagione è in discussione.
La squadra di Vincenzino, partito giovanissimo da Castello di Cisterna per inseguire il sogno di diventare campione, è cominciata male. Si trova a tredici punti dal Napoli, suo avversario stasera, e i risultati non sono in linea con le grandi (false?) aspettative della dirigenza che ha investito 228 milioni sul mercato, creando però problemi di abbondanza e amalgama. Si commetterebbe un errore da parte degli azzurri a pensare che il Milan sia un comodo avversario. Ha qualità in tutti i reparti, però finora Montella non ha trovato il filo conduttore e così perfino uno dei migliori difensori al mondo, Bonucci, è andato in tilt. A differenza di Sarri, il tecnico rossonero è duttile sui moduli: li adatta a uomini e circostanze. E deve ovviamente trovare la soluzione più opportuna per contrapporsi al secondo attacco del campionato (32 reti, contati 192 tiri del Napoli nelle prime 12 partite).
Riparte la corsa verso lo scudetto 2018, Sarri non cambia il 4-3-3 né la formazione. Non guarda alla Champions e al match di martedì contro lo Shakhtar Donetsk diventato cruciale: soltanto la vittoria consentirebbe di sperare nella qualificazione agli ottavi. Due sfide da non fallire in quattro giorni a Fuorigrotta, la prima per blindare il primato in classifica. C’è il Milan e il campionato è la priorità, soprattutto in un turno in cui ci sono il derby di Roma e due sfide delicate per la Juve, attesa dalla Samp, e l’Inter, che riceverà l’Atalanta dopo essere stata bloccata dal Torino al Meazza. Il Napoli ha una lunghezza di vantaggio sui bianconeri perché ha pareggiato a Verona, dove si è presentato affaticato più mentalmente che fisicamente dopo i quattro gol del City. C’è da fare fronte alla lunga indisponibilità di Ghoulam e Sarri dà fiducia a Mario Rui, mancino di ruolo, perché lo spostamento di Hysaj rischia di indebolire la linea difensiva a destra. Da perfezionare l’intesa tra il portoghese, sottoposto a un intenso lavoro tattico a Castel Volturno durante la sosta, e Insigne, che riceverà l’abbraccio del San Paolo dopo la delusione vissuta a Milano, dove ha assistito dalla panchina al naufragio della Nazionale. È questa spinta che lo sosterrà nella partita consecutiva numero 57 con la maglia del Napoli: una seconda pelle ormai.
La difesa del Milan concede spazi e infatti ha incassato sedici reti, appena due in meno di quante ne ha realizzate. Comunque, ha qualità là davanti, quella che esprimono Kalinic e Suso. E non si dimentichi che gli inserimenti di Bonaventura hanno ferito gli azzurri nel recente passato. Sarri vuole ritrovare la squadra motivatissima e in grado di giocare a ritmi alti fin dalle prime battute, senza proiettarsi mentalmente alla partita contro gli ucraini. Aspetta, il tecnico, uno scatto da parte di Hamsik, che è stato sempre utilizzato da titolare ma quasi sempre sostituito dopo un’ora. Marek ha segnato un solo gol, quello al Cagliari il primo ottobre, e non è certo il record di reti di Maradona (è a meno uno) a tormentarlo. Il contributo del capitano è intermittente, inferiore a quello delle prime due stagioni sarriane, nelle quali era rifiorito dopo le difficoltà con Benitez. Il turnover non riguarda lo slovacco, riferimento per il tecnico in campo, però a questo puntuale attestato di fiducia deve corrispondere una crescita. 
Per Hamsik è il momento di tornare ad essere leader nella sfida alla squadra che lo aveva fortemente corteggiato nel 2011, però lui fece una scelta di cuore: disse no alle seducenti proposte di Raiola e del Milan, che un anno prima aveva vinto con gol di Ibrahimovic a Fuorigrotta. L’ultimo colpo del Diavolo a Napoli.
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