Un avviso per Bibi Netanyahu, il premier israeliano che promette una guerra a oltranza contro Hamas a Gaza, noncurante della strage di vittime civili. Invece ora «la crisi umanitaria è la nostra priorità numero uno». Insieme, lo sforzo per sbloccare 60 miliardi di dollari in aiuti a Volodymyr Zelensky. Giorgia Meloni e Joe Biden si ritrovano dopo sette mesi alla Casa Bianca. Poteva essere un vis-a-vis di cortesia, e invece il colloquio durato un’ora lancia un segnale forte per la guerra in Medio Oriente e in Ucraina. Sono le due del pomeriggio quando il corteo a sirene spiegate si ferma davanti alla Casa Bianca. Ma questa volta è diverso rispetto a luglio scorso. Torna da presidente del G7. Cerca e ottiene, con una visita incastrata all’ultimo qui in America, un endorsement politico per il summit italiano. E non solo. A Roma non tornerà a mani vuote. Prima dell’incontro, la premier pubblica sui social un video e la notizia quasi insperata. Il trasferimento in Italia di Chico Forti, il 65enne italiano condannato all’ergastolo per omicidio, ma sempre dichiaratosi innocente. Basterebbe questo, a rendere il vis a vis alla Casa Bianca qualcosa di più di una photo opportunity, che pure serve alla premier per rafforzarsi. Slitta però il punto stampa a Washington, Meloni parte subito per Toronto, dove oggi incontra Justin Trudeau.
L’ACCOGLIENZA
Hanno storie e credi politici diversi, opposti, Meloni e Biden.
Poi ci sono le urgenze di casa nostra. «Arrivo oggi qui con una proposta di un’alleanza globale contro il traffico di esseri umani», annuncia Meloni. «Il traffico di esseri umani è diventata l’attività finanziaria criminale più redditizia a livello globale». Viene da lontano, questa chiamata alle “armi”. Aveva provato a scuotere il Palazzo di Vetro dell’Onu, a settembre, chiedendo una «lotta senza quartiere» ai trafficanti. Ora l’iniziativa prende forma sotto il cappello Ue: l’ha pensata insieme a Ursula von der Leyen. Il piano: condividere informazioni di intelligence per tracciare e sgominare i trafficanti nell’Africa subsahariana e non solo. Biden darà il suo assenso. È un sì denso di politica: può così dimostrare ai trumpiani che anche i democratici sposano la linea dura sull’immigrazione illegale. Meloni torna sull’Africa. «Non è un continente povero ma ha importanti risorse umane naturali purtroppo sfruttate fin qui con un approccio predatorio».
LE BATTUTE
Lo spray, la chiacchierata tradizionale al caminetto sotto il ritratto di Lincoln, si chiude fra battute e sorrisi d’intesa. Biden scherza sulla moglie Jill: «Ho dato un contributo alle relazioni italoamericane sposandola». Sfoggia degli eccentrici calzini tappezzati di bandiere a stelle e strisce. È lucido, ma tradisce stanchezza: scambia l’Ucraina per Gaza, un’altra gaffe. Sulla scrivania una pila di libri. In cima il libro del giornalista Nick Bryant, nel titolo c’è una domanda che in Europa si fa largo in vista delle presidenziali: «Quando l’America ha smesso di essere grande».