Matteo Salvini contro Macron. «Con le sue parole rappresenta un pericolo per il nostro Paese e per questo continente. I problemi non sono la mamma e il papà, ma i guerrafondai come Macron. Non voglio lasciare ai miei figli un continente pronto a entrare nella terza guerra mondiale», ha detto il ministro dei Trasporti e leader della Lega intervenendo alla convention del partito Identità e democrazia "Winds of Change" in corso a Roma. «Se il 9 giugno si sceglie tra l'Europa belligerante di Macron e quella pacifica e prospera di Le Pen, sto tutta la vita con Le Pen - ha detto parlando del voto per le europee della prossima estate -. Qui un mix di fascisti come è stato detto? Stanno provando a farci passare la voglia, ma hanno trovato la persona sbagliata. Noi andiamo avanti».
«Tra 77 giorni un referendum, basta con le bombe»
«Tra 77 giorni ci sarà un referendum, tra passato e futuro, tra precarietà e lavoro, tra libertà di pensiero e chi dice cosa si dovrebbe pensare.
L'evento a Roma
Presso gli studios della Tiburtina l'evento europeo della Lega, dal titolo "Venti di cambiamento". In sala, con il leader Matteo Salvini, il ministro per l'economia Giancarlo Giorgetti e quello per gli affari regionali, Roberto Calderoli, in platea il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, gli euroscettici Claudio Borghi e Antonio Maria Rinaldi, la senatrice Stefania Pucciarelli, tra gli altri. A scaldare la sala hits di Lucio Battisti con "Il mio canto libero", e "Futura" di Lucio Dalla, sul versante dei cantautori italiani. Sui display luminosi più volte si legge la scritta "Bruxelles ha fallito - Riavviare il sistema". E anche il volto del presidente francese, Emmanuel Macron, che viene sovrascritto dal testo "Sì alla pace". In sala alcuni degli alleati di Salvini in Europa, tra i previsti i nomi di Gerolf Annemans, presidente del Partito Identità e Democrazia; Harald Vilimsky, capo delegazione di FPÖ (Austria) al Parlamento Europeo, Vivek Ramaswamy, imprenditore ed ex candidato alle Primarie Repubblicane 2024 e André Ventura, leader di Chega, recente vincitore delle elezioni in Portogallo. Prima dell'inizio degli interventi bagno di folla per Salvini, che rilascia autografi e scatta selfie a raffica in platea. Si notano le assenze di alcuni big del partito: non ci sono i capigruppo Romeo e Molinari, il vicepresidente del Senato, Centinaio e nessuno dei governatori del partito, né il veneto Zaia, né Fedriga, Né Fontana, né Tesei.