Il derby del cuore di Masinga: «Quante emozioni all'Arechi»

Il derby del cuore di Masinga: «Quante emozioni all'Arechi»
di Alfonso Maria Avagliano
Sabato 21 Novembre 2015, 01:36 - Ultimo agg. 5 Novembre, 08:03
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Bari-Salernitana, operazione nostalgia nel mare magnum dei doppi ex...fino in Sudafrica. Mentre Odjer nasceva nel vicino Ghana, un certo Philemon Masinga approdava a Salerno, via Svizzera (San Gallo): in Campania destò l’interesse dei galletti, all’epoca in A.

Rimase in Puglia per quattro stagioni. Pure quella Salernitana doveva salvarsi: era il 1996, i proclami estivi erano stati ben diversi dopo due quinti posti di fila. Alla fine, con affanno, il cavalluccio restò in B anche grazie a “Filomeno”, per chi ne italianizzava il nome con affetto. “Chippa”, per gli amici africani, arrivò a novembre (assieme a Tiatto e dopo Jansen e Ferrier): memorabile la doppietta al Brescia, ancor più il gol al Castel di Sangro.



C’erano 30mila persone, Tele+ aveva già preso piede.

«Ricordo con gioia quel giorno, fu speciale per me perché solo 24 ore prima avevo giocato e segnato con la mia nazionale in Inghilterra. Quella rete permise di salvarci, lo stadio esplose» commenta l’ex calciatore oggi 46enne, tornato a vivere nella sua Klerksdorp.



Mastica ancora l’italiano, per larghi tratti preferisce però l’inglese. Qualche «investimento sbagliato su cattivi consigli» l’ha costretto a ridurre il suo tenore di vita, non «l’impegno di far sviluppare il calcio in Sudafrica» dove è vicepresidente della Football Masters and Legends Association. «Ho terminato un corso di management sportivo all’università Nelson Mandela – continua Masinga - Ho ancora molto da imparare ma anche da dare, in futuro vorrei essere utile alla federcalcip, con cui ho collaborato per i Mondiali 2010, un evento importante per tutta l’Africa».



Bari-Salernitana fu anche la sua partita, 18 anni fa. I pugliesi lo prelevarono dai granata (per 2 miliardi di Lire) e il fato mise subito le due squadre contro nell’antipasto estivo di Coppa Italia, 1-1 all’Arechi e 1-0 al San Nicola. «Non dimentico quando tornai a Salerno da ex (idem in Serie A nel ‘98, nda), tutto lo stadio s’alzò per applaudirmi al mio ingresso in campo», ricorda Phil.



E pensare che una minoranza di sciocchi non aveva perso occasione di tacere, deridendolo con battute razziste dopo prestazioni opache agli esordi in granata. Il sempre sorridente Masinga ha fortunatamente rimosso, divenne ovviamente idolo a fine torneo. Cose brutte (e poi belle) del calcio.
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