Lotito: se vengo eletto alla Lega B
lascio la Salernitana a Mezzaroma

Lotito: se vengo eletto alla Lega B lascio la Salernitana a Mezzaroma
di Eugenio Marotta
Sabato 20 Maggio 2017, 08:10
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Dentro o fuori. In bilico tra una nuova avventura alla guida della Salernitana oppure chiudere il capitolo granata per aprire quello istituzionale. Giovedì prossimo Claudio Lotito decide cosa vuole fare da grande. Il presidente di Lega B oppure il co-patron granata? In entrambe i casi i progetti sono ambiziosi. L’uno però esclude l’altro. Senza mezzi termini. Senza sotterfugi. Senza escamotage. È lo stesso Lotito che scopre le carte alla vigilia di un appuntamento fondamentale per il futuro della cadetteria e, di riflesso, ancora di più per l’ippocampo. L’imprenditore capitolino si concede su questo foglio ad una lunga intervista alla fine del torneo cadetto ed a pochi giorni dall’assemblea di lega che giovedì prossimo dovrebbe eleggere (condizionale è d’obbligo) il nuovo presidente dopo le dimissioni di Abodi. L’imperatore Claudio prima prova a dribblare, ma alla fine ammette di correre per la massima poltrona in B che gli restituirebbe pure uno scranno in consiglio federale. Ma lo costringerebbe ad alienare le quote della Salernitana… Viceversa il co-patron è pronto a sposare un progetto per costruire (subito) una Salernitana di giovani. 

Cosa succede questa settimana?
«Ci sono tante variabili, è ancora tutto in embrione e possono accadere tante cose in questi giorni. Tutto è ancora da verificare. Questa è una fase particolare, di transizione. Una fase complicata». 
Ma lei intende candidarsi?
«Non parliamo di queste cose. Al momento non è all’ordine del giorno. Io comunque sono nelle condizioni di potere eventualmente ricoprire gli incarichi istituzionali a norma di statuto».
In che senso?
«Che formalmente non sono presidente e neppure amministratore delegato della Salernitana».
Quindi si candida?
«È un’iniziativa che non è partita da me, ma da alcuni miei colleghi che hanno ipotizzato l’idea della mia candidatura: io ho dato una disponibilità di massima per spirito di servizio. Esclusivamente per il sistema calcio che non si regge più in piedi e non certo per me o per i miei interessi. Anzi».
In caso di elezione dovrebbe comunque cedere la Salernitana.
«Ripeto: in questa fase io non figuro come socio del club granata. Ma comunque il vero problema non è l’aspetto statutario».
E quale sarebbe il vero problema?
«Se mi posso dedicare o meno alla Salernitana. Se ricoprirò ruoli istituzionali in termini formali e sostanziali sarei costretto a cedere. Sono sempre stato molto chiaro nella mia vita. Non amo i sotterfugi. In quel caso (elezione a presidente di Lega, nda) per me la Salernitana sarebbe un capitolo chiuso».
Lo sarebbe anche per Mezzaroma?
«Non lo so, penso di no. Onestamente, però, non ho ancora parlato con mio cognato di queste cose. Eventualmente poi deciderà Mezzaroma cosa fare. Una cosa è certa: se ci sono io, mi occupo di Salernitana. Altrimenti, in caso di elezione, se ne occuperà mio cognato nella maniera che riterrà più opportuna».
Lascerebbe così a cuor leggero Salerno?
«Assolutamente no. Questo è uno dei motivi che mi hanno fatto vacillare. Ci sono questioni affettive. Non è una cosa scontata e neppure semplice. Si tratta di capire e di fare una scelta tra l’interesse collettivo e il personale. Non è facile: se vuoi fare crescere il sistema però sei costretto a fare delle rinunce. Sofferte. Parlo di posizioni personali che non sono solo materiali, ma affettive ed empatiche. Parlo di un problema globale, mentale e affettivo. Da presidente di Lega non potrei certo andare a vedere solo la Salernitana, ma tutte le squadre di B. Nell’interesse collettivo. Purtroppo alle volte nella vita bisogna anche avere la capacità di rinunciare». 
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