Polo oncologico all'ospedale di Pagani: «Assistenza a rischio»

Dopo l’inaugurazione dell’ampliamento del reparto la Cisl segnala le possibili criticità per i pazienti

L'ospedale di Pagani
L'ospedale di Pagani
di Nello Ferrigno
Venerdì 19 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 08:41
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«C’è il concreto rischio che i pazienti vivano enormi disagi per curarsi. Ancor più gravi se si considera che sono particolarmente fragili perché aggrediti dal cancro». Le criticità riguardano l’ospedale Tortora di Pagani dove recentemente è stato ampliato il reparto di oncologia.

E per farlo funzionare sarà necessario attingere infermieri da altri settori del presidio che potrebbero provocare disfunzioni fino a minacciare il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza. A lanciare l’allarme è il segretario aziendale della Cisl funzione pubblica Gianfranco Maiorino. La proposta è di potenziare il personale «per adeguare le strutture alle esigenze degli utenti e garantire il mantenimento dei Lea».

Pur riconoscendo i meriti della direzione strategica dell’Asl e della Regione Campania per lo sviluppo del polo oncologico, il sindacalista si dice preoccupato «per il grave disagio assistenziale a cui rischiano di essere esposti i pazienti di oncologia e, di conseguenza, il personale sanitario». «Pur di garantire l’ordinaria gestione dei turni del personale del reparto - ha detto Maiorino - si rischia di compromettere i servizi coinvolti nelle attività assistenziali nonostante la professionalità e l’abnegazione degli operatori interessati».

Tra le attività a rischio ci sono l’accettazione del day hospital che accoglie ogni giorno decine di pazienti e gestisce l’iter diagnostico ambulatoriale; l’ambulatorio Picc, dedicato alle medicazioni e alla pulizia dei cateteri venosi centrali, fondamentale prestazione preventiva prima di iniziare ad infondere i farmaci chemioterapici; il day hospital dove i pazienti si sottopongono alla chemioterapia. Ed infine il Gruppo oncologico multidisciplinare, staff infermieristico, dove decine di pazienti svolgono l’intero percorso diagnostico - riabilitativo. Stando a quanto ricostruito dalla Cisl Fp i disagi a cui i pazienti vanno incontro sono molti e differenziati. A cominciare dalle ore di attesa in accettazione che potrebbe far ritardare l’inizio della fase di chemioterapia. Per la pulizia dei cateteri venosi, inoltre, inizierebbe un’affannosa ricerca di altri ambulatori con personale qualificato.

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«Ma c’è anche il rischio - ha evidenziato Maiorino - che l’ammalato potrebbe essere costretto a rinviare la chemioterapia per la soppressione del turno pomeridiano, in quanto sarebbe impossibile procedere a tutte le infusioni necessarie durante il solo turno antimeridiano. La conseguenza è che il paziente non avrebbe più nessun punto di riferimento durante il percorso clinico con il concreto rischio di non poter più far parte della rete oncologica campana».

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