GUIDONIA MONTECELIO – Si chiama Julien Guerrier, a giugno compirà 38 anni: dovesse vincere l’80° Open d’Italia, dimostrerebbe che nella vita, nello sport e, soprattutto nel golf, non è mai troppo tardi. Guerrier proviene da una famiglia polisportiva: il nonno è stato campione del mondo di scherma, la nonna nazionale di basket, il papà, calciatore, ha giocato in seconda divisione. Lui, che vanta già una vittoria sul tour europeo, sogna un prestigioso bis e si gode il comando solitario della classifica a -12, grazie a un giro chiuso 5 colpi sotto il par (8 birdie e 3 bogey), e guida un’agguerritissima pattuglia francese: al secondo posto, staccato di un colpo, il connazionale Romain Langasque, 28 anni il prossimo 17 maggio, assoluto protagonista oggi con un giro in 62 colpi, ben -9 sotto il par. Al quarto posto (a -8), Matthieu Pavon, che è stato al comando nei primi due giri, ma che ha perso terreno nel terzo giro (-1). Nulla di irrecuperabile nel suo caso: domani potrà dire la sua in questa specie Open che rischia di trasformarsi in campionato francese.
Una grande lotta
A fare da terzo incomodo, il polacco Adrian Meronk, secondo a-11, giocatore di grande qualità, detentore di ottimi risultati anche sul tour americano e autorevole candidato a un posto nella squadra di Ryder Cup. Vincesse lui, sarebbe un bel nome da inserire nell’albo d’oro. Nella lotta per il titolo, però, bisogna tener dentro un bel po’ di altri giocatori, soprattutto quelli al quarto posto, al pari di Pavon, vale a dire il sudafricano Daniel Van Tonder, il finlandese Tapio Pulkkanen e il tedesco (lui sì vecchia conoscenza) Marcel Siem.
Dal 2013
La vittoria di un francese ci riporterebbe al 2013, quando Julien Quesne s’impose al Circolo Torino, e al 2001 quando a Is Molas vinse Gregory Havret.