Rafa, l'uomo delle Coppe. «Napoli: testa e cuore»

Il tecnico del Napoli Rafa Benitez durante la conferenza stampa
Il tecnico del Napoli Rafa Benitez durante la conferenza stampa
di Roberto Ventre -Inviato
Sabato 3 Maggio 2014, 09:24 - Ultimo agg. 15:06
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Roma. L'uomo delle Coppe pronto all'ennesima sfida.

Ne ha vinte otto in carriera, stasera all'Olimpico ha la possibilità di conquistare il primo trofeo con il Napoli. Rafa Benitez, tecnico esperto e uomo saggio, chiarisce, però, subito un concetto. «Nelle finali non esistono favoriti, sono partite uniche e non si può fare il paragone con quelle di campionato, neanche con le due contro la Fiorentina, soprattutto quella di ritorno che giocammo in buona parte con dieci uomini».



Già, Fiorentina-Napoli è partita aperta, tra due squadre che giocano soprattutto un calcio offensivo, idea della quale Benitez va fiero. «Per me è più importante dare sempre un segnale di calcio propositivo perché è garanzia di spettacolo, la stessa cosa quest’anno ha fatto la Fiorentina. Preferisco questo tipo di calcio a tante partite giocate dietro la linea della palla e vinte per 1-0. Ciò non toglie che quando c'è da intensificare la fase difensiva si fa senza problemi».



Le finali: partite uniche, speciali. Rafa spiega cosa serve per vincere. «Qualità di gioco, determinazione, cuore e anche un po’ di fortuna. Per vincere queste partite servono tutte queste cose. Più la testa o più il cuore? Servono tutte e due».



E soprattutto carica agonistica. Benitez su questo tranquillizza tutti. «Al di là di quella che posso trasferire io, la carica ce l’hanno già i giocatori, ancora di più in partite di questo genere molto attese dalla gente. Alla partenza a Napoli c’erano tanti tifosi, molti altri li abbiamo trovati a Roma. Anzi, sarà importante gestire al meglio questa spinta agonistica durante la partita». Ci tiene da morire a vincere Rafa, ma chiarisce. «Sì, ci teniamo a vincere un trofeo importante ma il risultato non cambierà il giudizio sulla stagione che per me resta positivo. Il nostro campionato è stato molto buono tenendo presente il cambio di allenatore, i nuovi calciatori, l'idea di gioco nuovo. Juve e Roma hanno tenuto un cammino da record, noi ci siamo andati vicini e non è stato sufficiente».



La coppa Italia vinta due anni fa qui, in finale contro la Juve con Mazzarri in panchina e il Matador Cavani e Lavezzi in campo. Un trofeo vinto quattro volte dal Napoli nella storia: contro la Fiorentina la grande occasione di arricchire la bacheca. La buona notizia arriva da Higuain, il Pipita è recuperato, smaltita a tempo record, con il lavoro dei medici e dei fisioterapisti, la forte contusione alla tibia destra. «Gonzalo si è allenato, sta bene ed è disponibile». E poi aggiunge. «Sì, lui è un giocatore che può essere sempre determinante, come lo è Hamsik. Tutti e due possono fare la differenza perché hanno qualità e carattere per farsi vedere dai compagni e gestire le situazioni della partita».



L’ultimo atto di una stagione lunga, intensa: il terzo posto in campionato, la qualificazione in Champions persa per un soffio, gli ottavi di Europa League. Ora la possibilità di vincere la coppa Italia, un cammino fin qui esaltante soprattutto per il turno di semifinale passato contro la Roma di Garcia.



Il Napoli che si prepara ad affrontare la finale con la sua nuova mentalità, quella di Rafa. «Dobbiamo pensare per l'ottanta per cento a noi stessi e cioè a fare bene quello che sappiamo fare. La partita dipende da noi e non va costruita su quelle che saranno le scelte della Fiorentina. A centrocampo valuterò chi riterrò più in condizione tra i miei giocatori, al di là di quello che potrà essere il possibile assetto degli avversari».



Chiusura con un pensierino dedicato al Liverpool. «Spero che possa vincere il titolo, li ho tanti amici». Ma la testa è al suo primo titolo da vincere con il Napoli.













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