Salernitana, Candreva-Sabatini: la B più amara

Per tanti giocatori il ritorno in B

Salernitana, Candreva-Sabatini: la B più amara
Salernitana, Candreva-Sabatini: la B più amara
di Pasquale Tallarino
Venerdì 19 Aprile 2024, 09:10
4 Minuti di Lettura

Il fiume Acheronte è lì che aspetta. Rappresenta il confine, porta altrove. Lo transitava Caronte, che Colantuono al suo arrivo citò per dire con tutte le proprie forze: «Non sono un traghettatore e noi non siamo ancora morti». La Salernitana non ha Dante in squadra, piuttosto aveva un comandante. È Fazio, un vecchio capitano, una della prima ora. Non può sottrarsi all'oblio di questo campionato pur avendo fatto in questa stagione poca pratica e molta fisioterapia, perché il destino, l'onta e la macchia sul curriculum sono uguali per tutti, come una livella: ricchi e debuttanti, titolati e matricole.

Candreva ci pensa da un po': la sua Salernitana rischia la mannaia dell'aritmetica proprio domenica contro la Fiorentina, nel giorno in cui festeggerà le 500 presenze in A, il meglio che un calciatore possa desiderare, l'apice. All'appuntamento con il destino si sta preparando con un turbine di emozioni contrastanti: la retrocessione imminente l'ha affrontata con dignità ma anche frustrazione (le sue dichiarazioni post Sassuolo sulla retromarcia della Salernitana), tanta rassegnazione.

Sarà un po' come ritornare giovani e sfortunati. Gli è già capitato in carriera: stagione di B 2005-2006, si aprì la botola sotto la Ternana nella quale giocava e sprofondò in C1.

«La Salernitana non può e non deve retrocedere. Se accadesse, sarebbe per me una ferita enorme, la vivrei anche come un mio fallimento». Quando si ha un rapporto fisico e totalizzante con il calcio, quando non è un gioco ma vitalità, cibo e nutrimento, la stagione storta diventa il proprio dramma. Walter Sabatini si è aggrappato con tutte le forze alla speranza di salvezza. A dicembre, sillaba più-sillaba meno, ha usato le stesse parole spese agli albori della cavalcata 7%: voleva esorcizzare ma non ci è riuscito e si dispera. Ha anche detto che la Salernitana sarebbe stata la sua ultima squadra. Non ha detto che l'attuale sarebbe stato il suo ultimo anno con la Salernitana, però percepisce malessere, malcontento, sfiducia. Gennaio 2022, così Iervolino descriveva Walter: «Sarà il plenipotenziario del settore tecnico. Strategia e visione sono sotto gli occhi di tutti. Lui è il primo campione che abbiamo presentato a Salerno».

Da dirigente nessun passo indietro

Così Sabatini descriveva il patron: «Il presidente è un visionario pragmatico: se si perde in alcune iperboli, dopo pochi secondi richiama tutti all'ordine. Il programma non posso farlo io, deve indicarlo il presidente, che ha dato dimostrazione di saper costruire la fortuna sua e di questo club». Oggi non c'è più tempo per uscire a riveder le stelle: la salvezza è sfumata, la retrocessione si è già impossessata della Salernitana, da due mesi ormai. «Non posso e non voglio: non sono mai retrocesso». Da dirigente, non è mai accaduto. In verità c'era stata una macchiolina di gioventù, da calciatore. Stagione di disgrazia 1980-1981, Sabatini atleta del Siracusa (22 partite, niente gol) con Gaetano Auteri. Era Serie C1, stesso girone della Salernitana di Riccarand, Del Favero, Leccese, Mattolini, Black, Di Giaimo, Di Venere, Vulpiani, Tolio, Viscido e Zaccaro. I granata debuttarono contro il Siracusa di Walter, che in Sicilia giocò il 28 settembre 1980 e restò in panchina al ritorno, 1 febbraio 1981. Come andò? Siracusa retrocesso in C2, Salernitana salva solo grazie alla classifica avulsa.

La retrocessione è come un'ombra che si allunga e ciascuno reagisce in modo diverso. Sfiora pure Colantuono. Va scritto e ribadito: lo sfiora soltanto, stavolta non è come quella del 1989-'90 subita da calciatore ai tempi dell'Ascoli. Ha teso la mano alla Salernitana, gli hanno chiesto disponibilità a riprende i cocci del post Sousa, Inzaghi e Liverani. La salvezza 7% alla quale ha assistito nel primo anno di A gli ha fatto scattare il prolungamento di contratto. In forza del rinnovo, è diventato uomo società prima con il settore giovanile e poi anche in un campionato dal quale, di fatto, la Salernitana era stata già estromessa al suo arrivo. Sfortunato Zanoli: ha 23 anni e retrocede per la seconda volta di fila. A Gyomber è accaduto con il Perugia: dalla B alla C. Kastanos e Fiorillo erano nel Pescara 2016-2017, quello dei 18 punti in A. Ochoa retrocesso in Ligue 1 con l'Ajaccio. Simy è retrocesso in B nel 2015 con il Gil Vicente, dalla Serie A con il Crotone nel 2018 e 2021, con il Benevento dalla B alla C l'anno scorso.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA