Napoli in affanno contro le «piccole»: persi già 7 punti

Napoli in affanno contro le «piccole»: persi già 7 punti
di Roberto Ventre (inviato)
Lunedì 3 Ottobre 2016, 09:09
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Bergamo. Tre indizi fanno una prova: il Napoli soffre contro le piccole. Dopo i pareggi con Pescara e Genoa (caratterizzati però anche da pesanti errori arbitrali ai danni degli azzurri) arriva la sconfitta contro l'Atalanta, il primo ko stagionale Champions compresa. Sindrome da piccole che si acuisce in trasferta contro squadre chiuse, determinate e feroci nelle marcature ad uomo a tutto campo. Si spegne l'interruttore e svanisce il gioco spettacolare del tecnico toscano: il possesso palla diventa sterile, le giocate sono prevedibili e non c'è più il tempo di giocata giusta per liberare al tiro gli attaccanti. Insomma, un'altra squadra rispetto a quella molto brillante in Champions contro il Benfica e più in generale al San Paolo contro avversari che invece se la giocano più a viso aperto.
Riappare a Bergamo la difficoltà del Napoli emersa anche negli ultimi anni fuori casa contro squadre che lottano per la salvezza con il coltello tra i denti. Un difetto emerso già con Benitez, che qui perse addirittura 3-0, e di Mazzarri, sconfitto anche lui in un'occasione per 1-0. Già, gli azzurri pur lottando stabilmente per il vertice negli ultimi sette anni hanno spesso fallito proprio gli appuntamenti contro formazioni di bassa classifica, l'esatto contrario della Juve che invece partite di questo tipo non le sbaglia mai. I bianconeri, infatti, hanno vinto agevolmente a Empoli e il Napoli con il ko a Bergamo è scivolato a meno quattro in classifica.

Problema contro le piccole emerso in trasferta anche l'anno scorso, gli azzurri proprio fuori casa persero punti decisivi per la corsa scudetto. Gasperini, il tecnico dell'Atalanta, riuscì nell'impresa di fermare il Napoli (pareggio senza gol) anche con il Genoa: una partita quella del Ferraris molto simile a questa di Bergamo. Il ko che tagliò definitivamente le speranze scudetto fu quello di Udine, il 3-1 nella domenica dell'espulsione di Higuain. Difficoltà che vengono fuori sempre contro squadre schierate tutte dietro la linea della palla e che predispongono marcature ad uomo anche a centrocampo sui due azzurri che illuminano la manovra, Hamsik e Jorginho: Gagliardini non ha lasciato un millimetro allo slovacco, Freuler ha braccato da vicino l'italo-brasiliano. Manovra che diventa così più prevedibile e giocate meno efficaci del tridente d'attacco perchè anche per i terminali offensivi gli spazi sono molto più intasati.

Sette punti già lasciati quest'anno contro le formazioni di media-bassa classifica, decisamente troppi nell'ottica della lotta per il vertice. Una questione di approccio alla partita, d'impostazione tattica ma ovviamente anche di mentalità. Il Napoli, infatti, non ha la freddezza della Juve che anche in giornate complicate riesce a tirare fuori una giocata decisiva di un singolo per risolvere le partite: le vittorie degli azzurri invece arrivano esclusivamente attraverso le belle prestazioni, quando cioè funzionano i movimenti dei reparti e tutti interpretano al meglio la partita. Tutto si sgretola in partite diverse, quando cioè c'è da metterla più sul piano agonistico che della tecnica pura: gli azzurri contro l'Atalanta sono stati sovrastati proprio sul profilo dell'intensità. Poco movimento senza palla, possesso sterile, poche illuminazioni mai un dribbling decisivo nell'uno contro uno: la spinta continua del Napoli si è infranta sul muro dell'Atalanta. La maledizione delle piccole continua.
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